Audi quest'anno si è già aggiudicata due 6 Ore
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Touring cars

Marco Bonanomi: la speranza italiana alla 24 Ore

Intervista senza freni al lecchese che guiderà una delle 3 Audi favorite questo week-end a Le Mans
Di Giovanni Cortinovis
5 minuti di letturaPubblicato il
Dal 2000 al 2008 ben otto volte un pilota italiano è salito sul gradino più del podio della 24 Ore di Le Mans: 5 volte ci è riuscito Emanuele Pirro, 3 Dindo Capello. Poi più nulla per 6 edizioni consecutive. A cercare di interrompere questa serie ci penserà questo week-end Marco Bonanomi, trentenne lecchese che per la terza volta negli ultimi 4 anni difenderà i colori dell’Audi alla gara di durata più celebre al mondo. Pur risiedendo nel nord Italia, nelle vicinanze di Desenzano del Garda, va considerato un emigrante del volante perché trascorre la maggior parte del suo tempo all’estero.
La R10 TDI che vinse Le Mans nel 2008 con Capello

La R10 TDI che vinse Le Mans nel 2008 con Capello

© [unknown]

Cosa vuol dire per un pilota correre a Le Mans?
Le mans è una figata, anzitutto per il tracciato: i cordoli vecchi, l’asfalto particolare e le curve molto veloci. E poi una volta che sei qua senti la storia e la passione dei tifosi. Lunedì mattina in centro in Paese alle 9 mi hanno fermato un’ora e mezza per firmare autografi.
E poi c’è la guida di notte. Com’è?
Nei primi giri non è per nulla semplice perché perdi tutti i riferimenti che hai: a Le Mans non ci sono luci artificiali e se questo contribuisce a rendere magico il passaggio notturno nella foresta ci sono anche controindicazioni. In tantissime curve, per esempio, finché non sterzi non vedi il cordolo interno, anche a causa degli avallamenti che ostruiscono la visuale.
Bonanomi è giunto 3° alla 24 Ore di Le Mans 2012

Bonanomi è giunto 3° alla 24 Ore di Le Mans 2012

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L’anno scorso alla notte non ci è nemmeno arrivato però…
Avevamo da poco superato le due ore di gara ed ero in seconda posizione, soddisfatto di come si stava evolvendo la situazione. Ma poi arrivò un acquazzone improvviso e oltre tutto di notevole portata. Essendo fuori con le slick noi piloti del gruppo di testa abbiamo tutti rallentato: cercavamo solo di rientrare ai box quando da dietro è arrivato Sam Bird con una 458 e mi ha centrato in pieno, aprendomi il cambio e il motore.
Almeno si è scusato?
Sì, mi ha telefonato dopo tre giorni: si è giustificato dicendo di aver visto un muro d’acqua. Ma quel muro si era creato perché davanti c’erano quattro auto appaiate. Il caso ha voluto che prendesse me. Il ritiro fu una grande delusione, specie perché non avevamo colpe.
Invece la sua vittoria più bella?
A Dubai nel 2009 con la GT2 nel campionato asiatico: quello fu un campionato strano in cui non ne andava dritta una ma finalmente all’ultima gara non ci sono stati intoppi. Pur partendo dal quarto posto, sono passato in testa e ho staccato tutti: una bella emozione.
Le 3 Audi R18 e-tron quattro con i 9 piloti

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Cosa vuol dire per un italiano correre all’estero?
Quando ho iniziato con le monoposto si guardava a livello europeo se si voleva raggiungere un certo livello di competitività sia come avversari che per qualità dei test. All’estero si riesce a imparare il più possibile, mentre in Italia si rischia di andare forte solo perché si conoscono le piste.
Sarà forse per questo che la sua voce Wikipedia esiste in 8 lingue ma non in italiano?
Davvero? Non me n’ero mai accorto. Non ho proprio idea perché sia così, a livello mediatico non sono molto esperto. Forse perché ho disputato la maggior parte delle mie stagioni all’estero.
Audi quest'anno si è già aggiudicata due 6 Ore

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Che studi ha fatto?
Grafica pubblicitaria a Lecco, sono operatore grafico pubblicitario. La grafica del casco l’ho sempre curata io stesso. Il colore principale è il verde fluo, il mio preferito mentre la base è bianca con del nero carbonio. Ci sono anche un po’ di giallo fluo e l’arancione: vagamente ricorda la bandiera italiana.
Dei caschi del passato quale le piace di più?
Uno dei più belli è stato quello di Senna, pur semplice era però molto efficace e facile da ricordare, con il giallo come colore base che sparava.
Cosa si aspetta da questa edizione?
Le sensazioni sono buone e nei test siamo stati i più veloci delle Audi e terzi assoluti dietro due Porsche. I miei compagni vanno forte e disponiamo di un buon pacchetto.
Tre i successi a Le Mans per Dindo Capello (a sin)

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Perchè non ha avuto fortuna con le monoposto?
Quando gareggiavo nella F3 Europea io e Filippi facevamo risultati, però dalla Csai non è mai arrivato né un commento né un aiuto. In Francia, Germania e Inghilterra invece le federazioni hanno sempre investito sui talenti. D’altra parte questo è il paese del calcio, ancora calcio e un po’ di Ferrari.
Non le piace il calcio?
Ho sempre giocato a calcio, però mi è venuto un po’ di rigetto vedendo la mafia che c’è, i casi di corruzione e quelle teste di c…. che si accoltellano per una partita. La partita dovrebbe essere un momento di festa come negli Stati Uniti per il football americano: invece, come se già in Italia non avessimo abbastanza problemi, c’è sempre qualche ignorante che rovina tutto
Bonanomi ha provato di recente l'Audi TT Cup

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Ha accantonato definitivamente il sogno di correre in monoposto?
Per il momento non ci penso e non credo di avere le possibilità di arrivarci. Per la GP2 sono un po’ vecchiotto. Io peraltro sono contento di continuare con Audi. Ma ogni anno succedono cose che non avresti previsto solo pochi mesi prima, per cui se capiterà l’occasione non mi tirerò indietro. Specie perché lo stile di guida dei prototipi attuali, a livello di carico aerodinamico e rigidezza della macchina, è molto simile alle monoposto. Ma ora c’è un obiettivo più importante, la 24 Ore.

 

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