Larissa Iapichino
© Gabriele Seghizzi
Atletica

ZETA: "My way", Larissa Iapichino e il suo percorso verso l'indipendenza

L'atleta italiana si racconta senza filtri nella quinta puntata di "ZETA", la serie che racconta la Gen Z attraverso 5 storie di atleti nel pieno dei loro vent'anni
Di Red Bull Team
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È Larissa Iapichino la protagonista della quinta puntata di "ZETA", la serie originale Red Bull che racconta la Generazione Zeta attraverso le storie di cinque atleti nel pieno dei loro vent'anni.

Guarda il quinto episodio di "ZETA"

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ZETA - Larissa Iapichino

La fuoriclasse del salto in lungo, presente e futuro della nostra Nazionale, racconta di una vita trascorsa eternamente sotto i riflettori. Famosa già da piccola per via di un noto spot televisivo, Larissa parla di una condizione che non ha mai vissuto con grande piacere. “Avrò avuto 4 o 5 anni ed ero andata a trovare mia madre sul lago di Bracciano" - racconta la Iapichino - "E al tempo facevo già una pubblicità che mi ha reso popolarissima. Un gruppo di ragazzini, avranno avuto 10 o 11 anni, mi riconoscono e vengono verso di me: io mi sono appoggiata a un muretto, cercando di nascondermi, e sono rimasta così finché non se ne sono andati. Non era cattiveria, l’ho fatto proprio perché mi vergognavo”.
Di natura molto competitiva, Larissa inizialmente si iscrive a ginnastica artistica, una scelta consapevolmente collegata al desiderio di non seguire le orme dei genitori, poi arriva l’avvicinamento all’atletica, ed è l’inizio di una passione travolgente. Durante gli anni passati nelle nazionali giovanili vive tutto come un gioco e un divertimento, fin quando il talento cristallino della Iapichino ha deciso altrimenti: il 20 febbraio 2021, agli Assoluti Indoor di Ancona, salta 6.91, eguagliando il primato Indoor della madre e stabilendo il nuovo record mondiale “Under 20”. Da quel momento tutto cambia.
Dopo i primi exploit, arrivano pressioni, difficoltà e relative critiche, un momento così buio che rischierebbe di fermare tutto, eppure Larissa non molla e finalmente arriva la svolta: “Il turning point c’è stato a Istanbul, agli Europei Indoor: un nuovo tipo di consapevolezza, la percezione di come stavo e di come fossi riuscita a venirne fuori, un po’ come riavere in mano la propria vita” – prosegue nel racconto la Iapichino. Che conclude: “In quel momento ho soltanto detto a me stessa, se fai un nullo poco importa, va benissimo così, provaci però, salta, vai libera. Ho fatto 6.97: mi è esploso il cuore, la prima medaglia internazionale assoluta è un’emozione enorme. Erano soltanto grida - ‘Oddio non ci credo’ - quasi il mio babbo si buttava giù dalla tribuna. È stato veramente un momento simbolico”.
Dopo la rinascita è subentrata una maturità che dovrebbe regalare a Larissa la spinta giusta per intraprendere il faticoso percorso verso l’indipendenza: “Credo di stare pian piano costruendo la mia strada: staccarsi dai genitori e prendere il volo da sola. Questo percorso è fatto di tante batoste, di tante gioie, però è proprio bello perché è così, deve essere una montagna russa, sennò sarebbe noioso. Non sono solo la figlia di mia mamma e di mio padre, sono Larissa che si sta facendo spazio pian piano, nel mondo che era dei suoi genitori”.

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Larissa Iapichino

Una delle grandi promesse dell’atletica leggera italiana

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