I cacciatori di miele a Tamil Nadu in India rischiano la vita
© Eric Tourneret
Running

7 imprese che vi lasceranno senza fiato

Qualsiasi cosa abbiate fatto nella vita, niente può eguagliare questi indigeni in cerca d’avventura
Di Red Bull Team
6 minuti di letturaPubblicato il
Non importa dove vivete o a quale etnia apparteniate, se siete un ricco occidentale o un contadino della Mongolia. C’è qualcosa che unisce tutto il genere umano: l’amore adrenalinico per gli sport estremi che spinge a compiere imprese al cardiopalma.
Dalle corse sugli yak al bungee jumping con due sole liane legate alle gambe, preparatevi a essere umiliati dalle gesta di questi improvvisati “atleti” locali. Tuttavia, non tutto viene fatto per divertimento. I cacciatori di miele dell’India non scalano 150 metri di parete rocciosa per gioco, ma quello che fanno è sicuramente degno di rispetto.

 Gli “ultra-runners” Tarahumara

Gli ultra-runners Tarahumara del Messico corrono giù per trail rocciosi

Gli ultra-runners Tarahumara del Messico

© Getty Images/Aurora Creative

Dove: Sierra Madre, Messico
Pericoli: colpi di calore, serpenti a sonagli, signori della droga
Fattore di rispetto: 7
Curiosità: immortalati nel libro cult “Born to Run”
Alcuni ritengono che sia la birra di mais a garantire ai corridori della popolazione messicana dei Tarahumara la forza necessaria per coprire la distanza di 700 chilometri (435 miglia) in soli due giorni consecutivi. Altri attribuiscono il merito alla mancanza di scarpe da corsa eccessivamente comode. In una cultura dove la Nike non ha ancora attecchito, questi uomini macinano chilometri nel deserto e balzano su rocce aguzze come lame a piedi nudi o, al meglio, con sandali ricavati da vecchi pneumatici.

Pesca subacquea tradizionale... alle Surin Islands

Il pescatore thailandese indigeno Moken durante la caccia dei pesci con la sua canna di bamboo

Pescatore Moken a caccia di pesci

© LightRocket via Getty Images

Dove: Isole Surin, Thailandia
Pericoli: perdita di coscienza per ipossia, annegamento
Fattore di rispetto: 9
Curiosità: non indossano occhialini protettivi
La popolazione Moken della Thailandia ha attirato l’attenzione dei media nel 2004, quando prevenne il tragico tsunami del 26 dicembre “leggendo” il movimento dell’acqua, i cambiamenti meteorologici e il comportamento degli animali. Questo li portò al sicuro, sulle montagne, prima del disastro. Di solito questa popolazione nomade vive sulle coste. I pescatori si immergono fino a 20 metri in profondità per cacciare i pesci o raccogliere i prelibati cetrioli di mare, molluschi dalle importanti proprietà nutritive.
La cosa più incredibile? Non hanno attrezzatura subacquea, non indossano né pinne né maschere. Hanno bisogno del mare per sopravvivere. Per questo addestrano al meglio i giovani, e la loro capacità subacquea è doppia rispetto a quella di chiunque altro.

Cacciatori di miele dell’India

I cacciatori di miele a Tamil Nadu in India rischiano la vita

Dolce nettare: cosa non si fa per il miele

© Eric Tourneret

Dove: India
Pericoli: centinaia di sciami di api, 150 metri di strapiombo
Fattore di rispetto: 10
Curiosità: le corde sono fatte a mano con liane
La popolazione degli Alu Kurumbas di Tamil Nadu, lo stato sudorientale dell’India, ha dato un nuovo significato al concetto di preghiera. Non chiedono di salvare la propria anima, bensì la vita stessa, perché ogni giorno gli Alu Kurumbas devono scalare una parete scoscesa alta 150 metri all’interno del Nilgiri Biosphere Nature Park per raccogliere il miele, sfidando le temibili e aggressive api giganti dell’India (Apis dorsata). Per questo, gli indigeni venerano la dea della foresta Magaliaman onorandola con giorni di digiuno e altri dedicati a riti di purificazione.
Il sacerdote del villaggio sceglie l’orario più propizio, di solito all’alba. Quindi, la raccolta ha inizio. Gli scalatori sono protetti solo da corde realizzate a mano con le liane della giungla, mentre intorno a loro ronzano centinaia di api. Per scongiurare il veleno delle api, si affidano solo al fumo di foglie verdi bruciate, tenute in un cesto, e alla benevolenza degli dei. Nonostante tutto, i raccoglitori di miele si aspettano di essere punti anche diverse volte durante la scalata.

Con il kayak nell’Artico

Un Inuit sul kayak nel Mare Artico della Groenlandia

Un Inuit sul proprio kayak

© LightRocket via Getty Images

Dove: Groenlandia nordoccidentale
Pericoli: ipotermia, annegamento
Fattore di rispetto: 6
Curiosità: il termine “kayak” deriva dal linguaggio degli Inuit
La barca è l’unica cosa che, da sempre, separa le popolazioni della Baia di Baffin dalla morte. È un’antica tradizione che nel Circolo Polare Artico dura da 2000 anni, dovuta alla necessità di procacciarsi il cibo. Lo scioglimento dei ghiacci ha costretto la popolazione Inuit a costruire barche di stecche, rivestite in pelle di foca, per poter cacciare trichechi, balene e foche.
Oggi lo strato più esterno dei kayak è rivestito di nylon. Ma la tecnica è rimasta la stessa nei secoli. Sono stati gli Inuit a inventare il “kayak roll”, la tecnica di auto-salvataggio per sfuggire alla morte in luoghi dove la temperatura dell’acqua è di 2 gradi e le pelli di animali porterebbero a un rapido annegamento. Oggi, chi si dedica a questo sport, rinato negli anni ’80, utilizza abbigliamento in Gore-Tex, che rende la pratica più calda e più sicura.

Corsa con gli yak, Asia

Corsa con gli yak al Gyantse Horse Racing Festival, in Tibet

Corsa con gli yak in Tibet

© Getty Images/Lonely Planet Images

Dove: Mongolia del nord
Pericoli: brutti infortuni, fratture
Fattore di rispetto: 7
Curiosità: In Nepal si mangiano hamburger di yak
In Mongolia, lo yak è il sostentamento principale. Con il suo latte si fanno i formaggi, con la sua pelle si conciano le pellicce. Perfino gli escrementi vengono utilizzati come carburante. Naturale, quindi, che questo animale venga celebrato ogni anno con una festa. Nel mese di luglio, nelle province centro-settentrionali come quella dell’Uvurkhangai, si organizzano feste con rodei di yak, gare di mungitura e addirittura concorsi di bellezza di yak. Competizioni come queste si svolgono anche in Tibet.
Per gli uomini, uno dei momenti più attesi è la gara di yak, ma poiché questi animali sono noti per la loro velocità solo su brevi distanze, la corsa è limitata a 2000 metri.

Il bungee jumping originale

Land diving Isola Pentecoste Vanuatu bungee jumping

Land diving all'Isola di Pentecoste, Vanuatu

© AFP/Getty Images

Dove: Isola di Pentecoste, Vanuatu
Pericoli: Precipitare fino alla morte
Fattore di rispetto: 10
Curiosità: la morte più nota risale al 1974, nel tentativo di impressionare la regina Elisabetta. Le liane non erano abbastanza elastiche (non era stagione di pioggia) e la vittima si spezzò la spina dorsale, prima di morire in ospedale.
Il “land diving” (“salto verso la terra”) sull’Isola di Pentecoste, una delle 83 isole che costituiscono lo Stato di Vanuatu, è consentito solo nei mesi di forti piogge, altrimenti le liane utilizzate per i lanci non avrebbero la necessaria elasticità per tenere in vita i temerari pronti al balzo. Nonostante questa dovuta precisazione, si tratta pur sempre di uno “sport” pericolosissimo e pieno di insidie. Ogni primavera vengono edificate torri di legno alte trenta metri.
Le liane sono misurate per ogni uomo che salta dalle torri. A differenza della cultura occidentale, dove l’impatto è evitato a ogni costo, sull’Isola di Pentecoste l’obiettivo è quello di arrivare a sfiorare il terreno con la testa. È una pratica ancestrale dovuta alla credenza che, in questo modo, la terra venga benedetta per il raccolto delle patate. Questo a prescindere dal fatto che il saltatore sopravviva o muoia.

Sciare con attrezzatura fatta in casa

Ragazza scia e si diverte sui monti di Bamiyan in Afghanistan

Come ci si diverte sui pendii dell'Afghanistan

© James Robertson Photography

Dove: Bamiyan, Afghanistan
Pericoli: mangiare la neve
Fattore di rispetto: 9
Curiosità: questo angolo di Afghanistan è adatto ai turisti
Da queste parti non è propriamente uno sport nazionale, ma dopo aver visto sciare qualche occidentale a qualcuno è venuta l’idea di costruirsi gli sci in casa.
“Per realizzare gli sci usano qualunque asse di legno che trovano, mentre come attacchi utilizzano pezzi di catena o di metallo che avvolgono intorno agli stivali”, racconta il fotografo James Robertson. “La cosa sorprendente è che tutto questo funziona”. Nonostante i viaggi in Afghanistan siano sconsigliati a causa del perdurare della gravità della situazione di sicurezza interna, grazie a un maggior flusso di turisti sono stati fatti passi avanti nella fornitura di attrezzature moderne e nel training.
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