Max Rendina Skoda Fabia R5
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Offroad

Verso Montecarlo: Max Rendina, il pilota romanista

Ha vinto campionati italiani e un Mondiale produzione: ora si prepara alla prima del WRC 2017
Di Giovanni Cortinovis
9 minuti di letturaPubblicato il
Max Rendina torna al rally di Montecarlo 3 anni dopo l'esordio

Rendina torna a Montecarlo 3 anni dopo l'esordio

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Nota della redazione
Pochi giorni dopo averci rilasciato questa intervista, Max Rendina è stato purtroppo vittima di un incidente durante un test di preparazione al rally di Montecarlo, riportando alcuni traumi che non gli consentiranno di essere al via della prima tappa del Mondiale WRC2. A lui gli auguri di pronta guarigione da parte di tutta la redazione di Red Bull Motori, con la speranza di rivederelo presto al volante. Di seguito trovate l'intervista in cui comunque, oltre che di Montecarlo, si parla di molto altro.
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Ha lo stesso numero di Max Verstappen ma anagraficamente potrebbe essere suo padre. Il 42enne Max Rendina torna al Rally di Montecarlo a distanza di 3 anni dalla buona prestazione fatta segnare all’esordio nel Principato: fu il primo mattoncino di una stagione trionfale che gli permise di conquistare il Campionato del Mondo Produzione WRC2 navigato da Mario Pizzuti. Ha sfiorato il bis nel 2015 fallendolo per soli 9 punti in compagnia di Emanuele Inglesi mentre l’anno scorso, accantonata la Mitsubishi Lancer Evo X, ha disputato due rally iridati (Svezia e Messico) con la Ford Fiesta R5, salvo poi virare in Germania sulla Skoda Fabia R5, tutte preparate dalla Motorsport Italia. Per due volte, entrambe in Messico, è giunto 14° in una gara del Mondiale Rally, piazzandosi al 3° posto nella classifica riservata alle WRC2. In precedenza aveva vinto 6 Coppe Italia, un Campionato Italiano Irc Produzione e un CIR Produzione. Questa è la sua storia.
Chi ti ha trasmesso la passione?
In famiglia non correva nessuno, la passione è nata tardi e solo perché a Ostia c’era una piccola scuderia di rally e mi sono avvicinato a loro, facendo piccole gare. Non sono nemmeno passato dai kart.
Perché i rally e non la pista?
Ho provato entrambe, ma niente monoposto. In pista sono andato con una piccola Peugeot, ma a livello di adrenalina il rally mi colpiva di più.
La tua prima gara?
Nel 1998 a Campobasso, mi sembra di essermi classificato al 4° posto con una Clio Williams noleggiata. Sono rimasto con questa scuderia e ho comprato una Clio Williams mia. Purtroppo non ce l’ho più, mi spiace averla venduta.
Il tuo primo successo importante?
Nel 2000 ho vinto la Coppa Italia della mia zona, sempre con la Clio Williams.
La tua più grande impresa?
Al Rally del Messico dell’anno scorso sono riuscito a fare il podio nell’R5, classificandomi terzo (e 14° assoluto, ndr) nonostante dei problemi gravi alla pompa dei freni. C’era una prova speciale da 80 km e subito dopo una di 40 km, così non sono potuto entrare in assistenza: è stato un grande trionfo.
Torniamo indietro nel tempo. Quando ti sei messo in proprio?
Ho fondato una scuderia, la Rally Project, nel 2003 iniziando con due macchine. Nel giro di pochi anni è diventata il punto di riferimento in Italia per il marchio Mitsubishi.
Con quali soldi?
L’ho aperta attingendo ai miei fondi: su Roma avevo il monopolio dei negozi di abbigliamento ufficiale della Roma (parliamo di calcio, ndr), un'attività che andava molto bene.
Adesso non ce l’hai più?
Ora abbiamo 5 negozi ma la proprietaria è mia sorella.
Quindi sei tifoso dei giallorossi?
Certo, sono anche il presidente del Roma Club Acilia e consigliere dell’Associazione Italiana Roma Club: ho la tessera onoraria per entrare allo stadio.
Conosci bene i calciatori della Magica?
Li conoscevo bene fino a tre anni fa, poi dopo aver vinto nel 2012 il Campionato Italiano con la Mitsubishi mi sono dedicato completamente ai rally: la partecipazione al Mondiale richiede tanto tempo.
Max Rendina al Rally Germania 2016, navigato da Inglesi

Rendina al Rally Germania 2016, navigatore Inglesi

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Si guadagna decentemente con i rally?
Normale, finché ci sono gli sponsor che ti supportano.
Quanti Rally di Montecarlo hai disputato?
Finora solo una volta nel 2014, quando sono giunto primo di classe. È stato fondamentale il ricognitore perché è una gara molto difficile. Per fortuna il mio ricognitore era Paolo Andreucci, e mi ha dato parecchie dritte.
Cosa vuol dire correre a Montecarlo?
È una gara anomala, probabilmente poco divertente per il pubblico perché la media oraria non è altissima a causa del cambio repentino di clima e perché a bordo strada gli spettatori devono sorbirsi il freddo e il gelo. Per noi piloti invece è molto bella.
A Montecarlo spingi di meno rispetto ad altri rally?
È una gara in cui stai sempre in tensione perché il cambio è troppo repentino: magari parti con l’asciutto e poi ti trovi una lastra ghiacciata e anche a una media bassissima, per esempio a 40 km/h, rischi come se fossi uscito a 150 km/h in un’altra gara.
Hai mai picchiato a Montecarlo?
Sì e ho perso 6 minuti. Mi sono dato del pirla perché Paolo mi disse che in quel punto qualsiasi velocità sarebbe stata troppo alta: mi consigliò di andare pianissimo, a passo d’uomo. Io ho pensato che stavo andando veramente troppo piano, ho accelerato un pochino e sono uscito fuori.
Come si prepara la gara di Montecarlo?
Nella preparazione io non sono uno dei più forti perché vengo dalle feste natalizie, è l’inizio del campionato e sono alla ricerca di sponsor. Quindi spesso è una gara usata come gara test.
Quale risultato ti soddisferebbe?
Sarei contento di arrivare al traguardo e non fare danni.
A Montecarlo che auto userai?
La Skoda Fabia R5 che ho usato cinque o sei volte, quindi non la conosco ancora bene. Faccio i test a Cuneo. Inoltre, avrò pneumatici nuovi ed è la cosa che mi spaventa di più perché sono 18 anni che corro con Pirelli, che però si è ritirata dal Mondiale. Se fosse rimasta non l’avrei tradita”.
Il 2014 è stato il tuo anno magico. Il peggiore invece?
Il 2015 perché potevo ripetermi ma abbiamo capottato in Portogallo e perso il Mondiale per qualche punto. Mi hanno portato all’ospedale in elicottero. Tentavo di ripartire il giorno dopo perché potevo andare a punti ma il dottore della Fia non mi ha fatto ripartire.
La colpa di quell’uscita?
Dell’equipaggio, quando c’è un’uscita di strada è sempre colpa dell’equipaggio.
Quanto è durata la convalescenza?
Forse quattro mesi: ero lussato da tutte le parti e poi avevo preso una forte botta in testa che mi dava dei vuoti di memoria. Adesso sto benissimo anche se ho affrontato un’operazione allo stomaco il mese scorso: sto in ripresa e al Rally del Ciocchetto dello scorso dicembre mi sono dovuto ritirare perché avevo questo dolore, ma ora mi sono ripreso e dovrei essere al via a Montecarlo: aspetto l’ok del dottore ma non dovrebbero esserci problemi.
In famiglia che dicono di questo lavoro? Hanno paura?
No, ormai mia moglie e i nostri 4 figli sono abituati perché di incidenti in 20 anni ne ho fatti parecchi.
Il più grave?
Al Rally di Vico, una gara di casa, nel 2002. Privo di esperienza all’ultimo giro del test prima della gara non ho allacciato le cinture e sono uscito: ho fatto 5 mesi di ospedale, ero rimasto paralizzato nel lato sinistro.
Sei uno che ama rischiare?
Ho cambiato modo di pensare nel 2014, prima amavo rischiare ma adesso sono più costante.
Il tuo idolo rallystico?
Colin McRae: mi sono sempre ispirato a lui. Anche se penso che nei rally, soprattutto iniziando da piccoli, si può costruire qualunque pilota per portarlo al Mondiale e farlo salire almeno una volta sul podio. McRae invece non serviva costruirlo perché saliva in macchina e vinceva, se si fosse dedicato di più alla causa avrebbe fatto molti più risultati.
Max Rendina ha vinto il Mondiale produzione nel 2014

Rendina ha vinto il Mondiale produzione nel 2014

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Dei piloti odierni chi ti piace?
Ott Tanak, l’estone, l’anno scorso secondo in Polonia e in Gran Bretagna, perché è molto molto bravo.
Quest’anno chi vedi favorito?
Direi Ogier ma non sono sicuro perché quest’anno non abbiamo ancora visto la Ford. Poi ci stanno Sordo, Meeke, lo stesso Tanak, secondo me ci sarà una bella battaglia, non ci sarà il dominio assoluto di Ogier.
Perché Raikkonen non ha sfondato nei rally?
Perché nei rally la guida è diversa, il terreno cambia di continuo, da un passaggio all’altro. Lui è abituato alla pista che secondo me è un po’ monotona e non riesce ad andare fortissimo nei rally. Non è l’unico ad averci provato, ma bisogna che nessuno ci è riuscito veramente. Invece Loeb quando ha fatto giri in pista è andato molto forte.
Perché in Italia i rally sono seguiti meno di una volta?
Perché c’è poca copertura televisiva e perché il costo per iniziare a correre nei rally è molto elevato rispetto a fare il calciatore. Chi vuole guidare parte dai kart, ma la spesa è talmente eccessiva che se lo possono permettere in pochi.
Tu hai iniziato tardi?
Abbastanza, ma sono felice dei risultati perché sono partito da zero e non ho avuto aiuti da nessuno, quindi sono contento così. Spero che uno dei miei figli seguirà questa passione e cercherò di aiutarlo. Ma l’unico dei 4 che mi chiede è quello piccolo, di 14 anni, che per ora gira sul kart, mentre agli altri piace il pallone”.
Utilizzi i videogiochi?
No, non li uso.
E gli onboard camera?
Sì, quelli sì, sono utili perché memorizzi qualche punto, io solitamente li guardo con il navigatore, mai da solo.
Ti piacerebbe correre la Dakar?
Mi piacerebbe a fine carriera, ma prima mi aspettano altri due anni nei rally.
L’obiettivo di quest’anno?
Per ora siamo in alto mare, adesso faremo la gara di Montecarlo. Quest’anno volevo spostarmi nell’Europeo per fare gare che non ho mai fatto e puntare a un podio finale nel campionato continentale. Per completare la bacheca ci starebbe bene.
Dovendo scegliere: una tua vittoria all’Europeo o lo scudetto alla Roma?
(Dopo qualche attimo di silenzio, nda) Boh, bella domanda. Comunque, come fine carriera preferisco vincere l’Europeo.
Ti ritirerai prima tu o Francesco Totti?
Sicuramente prima io. A Totti quest’anno scade il contratto e non penso che lo rinnoveranno, però non si sa mai perché è quello che fa vendere più magliette di tutti. A livello strategico di marketing è il numero uno.