Musica

10 e lode: Il colore della farfalla

L'epocale lavoro di Kendrick Lamar, nei suoi 10 versi più significativi
Di Francesco Abazia
6 minuti di letturaPublished on
To Pimp A Butterfly

To Pimp A Butterfly

© [unknown]

Se solo dovessimo giudicare un album dalla copertina, quello di Kendrick Lamar ne uscirebbe comunque vincitore. Per artwork ma, soprattutto, per titolo. Si è parlato tanto di questo disco, forse poco è stato detto sul titolo. "To Pimp A Butterfly" è una meravigliosa metafora che KDot è riuscito ad incastonare nel suo album. Qualcosa che riesce ad avvolgere il disco intero, un titolo che evolve nel disco, muta significato e senso, per giungere alla definitiva evoluzione.
Non avrebbe mai scelto un titolo semplice, così come non l’ha mai fatto chi questo disco l’ha ispirato con il sangue. Lo stesso sangue che Lamar ha versato sui versi di "To Pimp A Butterfly". Il bruco che diventa farfalla, colorandola di tutte le tonalità diverse dal nero, il più importante colore dell’album.
Un disco forse epocale, carico di tensione e contraddizioni, che va capito più che ascoltato, accettato più che comprato. Un atto di coraggio.
La puntata di oggi di 10elode è, per certi versi, particolare, ed assomiglia quasi ad una recensione, ma non lo è.
Abbiamo raccolto 10 dei più importanti versi del disco, quelli che in qualche modo ci sono sembrati più importanti a raccontare l’album in una certa maniera.
Ci vediamo alla fine, quando il colore della farfalla verrà svelato. Forse.
Anything, see, my name is Uncle Sam on your dollarMotherfucker you can live at the mall
Le due anime, le due parti, di "Wesley Theory" (ispirata alle faccende di Wesley Snipes) convivono in questo verso. Il “mall” richiamato più volte sia da Jay-Z che da Kanye, che testimonia i soldi che i neri che hanno fatto carriera possono spendere. Sugli stessi soldi però c’è il logo dello Zio Sam. La farfalla che in un certo qual modo resta ancora bruco.
I made it past 25 and there I wasA little nappy headed nigga with the world behind him
In "King Kunta", nettamente la più radiofonica delle tracce dell’album con “i”, Kendrick fa un riferimento storico-culturale molto importante. E non per la prima volta. Parla del superamento della soglia dei 25 anni d’età, considerata un tempo quella limite, entro la quale un nero sarebbe morto in qualche sparatoria se cresciuto in uno dei sobborghi poveri e pericolosi, come Compton certamente era ed è. Lamar rinvendica con orgoglio questa profezia funesta, per fortuna sbagliata, ma che fa riflettere sull’idea che l’America aveva, e continua ad avere, di alcuni dei luoghi più abbandonati del suo grande paese.
Now I can watch his on the TV and be okayBut see I’m on the clock once that watch landin’ in LA
Comincia in "Istitutionalized" una delle fasi più pesanti del poema di Kendrick: quella del conflitto interiore. Qui trattata sotto la luce dell’istituzionalizzazione. Intesa però in negativo, come se qualcuno cresciuto a Compton non possa mai cambiare. Non ci si dimentica mai di come andare in bicicletta. È questo il messaggio, certamente molto forte, che KDot cerca di far passare.
You ain’t no brother, you ain’t no disciple, you ain’t no friendA friend never leave Compton for profit or leave his best friend
La fase continua in “u”, l’alterego funesto di “i”. Kendrick sanguina, Kendrick si sente in colpa. La colpa d’aver lasciato Compton, d’aver speso troppo tempo ad inseguire il successo, a scrivere musica. La depressione, di cui pare aver sofferto, proviene anche da questo. Kendrick sente d’aver tradito se stesso, forse più di quanto l’America l’abbia fatto.
What you want, you a house or a car40 acres and a mule, a piano, a guitar?
In "Alright", Kendrick racconta della ripresa. Della sua personale risalita, e di come ci sia riuscito. Nel farlo, esprime concetti semplici, magari triti e ritriti, ma essenziali. Durante la risalita bisogna rinunciare a qualcosa, e a cosa vorresti rinunciare tu, alle cose importanti o alle futili? Il riferimento ai 40 acri e un mulo (che si ripete altre volte, così come l’intero verso) viene direttamente dalla storia, ancora una volta. Ai neri che avevano combattuto in guerra venivano infatti promessi 40 acri di terreno e un mulo, per cominciare una nuova vita.Come potrete immaginare, non è sempre andata così.
I don’t give a fuck no politics in rap, my niggaMy lil homie Sunna Deuce ain’t never comin’ back, my nigga
"Hood Politics" espirme con forza un concetto che, a pensarci bene, potrebbe stupire. O forse no. Lamar prende una posizione, fare politica nel rap è giusto, anzi è necessario. Questa presa di posizione risulta ancora più importante se inserita nel concetto intero dell’album, nel quale KDot non resta mai in mezzo al guado. Sceglie sempre una sponda, per magari poi rinnegarla, ma dubita sempre dopo aver compiuto il gesto, mai mentre.
How much a dollar really cost?The question is detrimental, paralyzin’ my thoughts
C’è un riferimento biblico in "How Much A Dollar Cost", in Luca 16.13 che dice “Non puoi servire sia Dio che il Denaro”. Quindi quanto vale un dollaro? Fino a dove ci si può spingere per un dollaro? Fino a rinnegare la propria cultura?
La farfalla che per tutta la durata dell’album tiene compagnia sembra assumere colori grigi, scuri. Non si vede tanta luce alla fine del tunnel in fin dei conti, e non può bastare "Alright" e poco altro per illuminare la speranza
Or try to celebrate February like it’s my B-DayOr eat watermelon, chicken, and Kool-Aid on weekdaysOr jump high enough to get Michael Jordan endorsementsOr watch BET cause urban supporti s important
Tralasciando il verso divenuto ormai famoso perché trattato anche da un Premio Pulitzer, in "The Blacker The Berry", il brano più violento dell’album, Kendrick attacca frontalmente l’intera ideologia bianca neo-perbenista, fondata sull’esaltazione di alcuni “miti” di colore. Il mese dell’oroglio nero (febbraio) o MJ. Allo stesso tempo se la prende con la comunità di colore, non tollerando l’odio che alcuni di loro predicano.
Il clima di ipocrisia in cui la questione razziale vive è evidente. Loro (i bianchi) sono ipocriti. Noi (i neri) siamo ipocriti. Io (KL) sono iprocrita. Non fa prigionieri Lamar, rivendicando con orgoglio il 13esimo emendamento della Costituzione (quello che abolisce la schiavitù) inserendo questa traccia come numero 13 dell’album.
They wanna say it’s a war outside and a bomb in the streetAnd a gun in the hood and mob of policeAnd a rock on the corner and a line for the fiendAnd a bottle full of lean and a model od the scene yup
È solo in “i” che la farfalla comincia ad assumere altri colori. “i” è Martin Luther King, mentre The Blacker The Berry" è Malcolm X (come twittato anche dal co-presidente della TDE).
Il significato di questo verso è estremamente importante, forse fondamentale. Kendrick ad un certo punto capovolge la situazione, e dice che “loro” vedono solo il marcio nel Mondo. Loro i bianchi, loro gli altri rapper. Kendrick invece prova a vincere, a colorare la farfalla, a farla vivere
I wanted to read one last thing to you. It’s actually something a good friend had wrote describing my world. It says:…
Questo non è un vero e proprio verso, ma fa parte dell “intervista” di Lamar con Tupac. Dopo le mille domande, i consigli, Kendrick spiega al suo mentore ideologico il fulcro di tutto l’album, il motivo stesso del titolo, gli spiega praticamente un pezzo della sua carriera. Ed il riferimento è al libro “Il buio oltre la siepe”, che magistralmente trattò il tema del razzismo. Kendrick ce l’ha con tutti, bianchi e neri, per due (ovvi) motivi diversi.
Ma come finisce la storia? Come si conclude il poema?
“Le ali cominciano ad emergere, mentre rompendo il ciclo stagnante, finalmente libera, la farfalla illumina situazione che il bruco non ha considerato mai, mentre finisce la lotta interna. Anche se la farfalla e bruco sono completamente diversi, loro sono un’unica cosa, la stessa cosa”.
Il bruco. La farfalla. Chi non ce l’ha fatta. Chi si. I bianchi. I neri. Kenrick Lamar. Trayvon Martin. La farfalla non ha colore.
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