La grande dote di Shablo è sempre stata quella di essere slegato dal tempo. Il produttore italo-argentino non si è mai fatto ostacolare da limiti generazionali, né per quanto riguarda le generazioni di rapper prima della sua, né per quelle dopo.
Tant'è che, come vedremo in questa piccola biografia, alla fin fine questa politica ha pagato eccome. Perché di fatto sul merito di aver scoperto un peso massimo come Sfera Ebbasta c'è scritto sopra proprio il nome di Pablo (il vero nome di Shablo) e anche quello di Marracash. Ma rivediamo velocemente la sua vita e carriera.
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Le origini e il trasferimento in Italia
Pablo Miguel Lombroni Capalbo, in arte Shablo, nasce a Buenos Aires il 17 novembre 1980. Si trasferisce da piccolo in Italia con i genitori, a Perugia. È lì che avviene il primo incontro con il rap, ma da lì entrerà ben presto in contatto con la potente energia gravitazionale di Bologna. Sulle prime prova la via dell'MC, ma quasi subito si rende conto di essere più tagliato non solo per l'arte del DJ ma anche quella del beatmaker.
«Sono argentino, mi sono trasferito in Italia verso la fine anni Ottanta-inizio Novanta insieme alla mia famiglia» racconta a Rolling Stone nel 2015. «Mi sono approcciato alla musica da giovanissimo, non ho mai fatto altro. È iniziato un po’ come hobby facendo il produttore a metà anni Novanta, poi è diventato sempre più serio fino a diventare un lavoro. L’importante è che inizi come passione e poi rimanga tale». Il moniker che sceglie è una forma composta tra il suo nome Pablo e la parola "sciabola".
I primi fortunati a passare sotto la sua mano sono Inoki e la sua Porzione Massiccia Crew (o anche PMC), di cui poi entra a far parte. Da qui, il salto fino a Milano è molto breve, e lo stile di vita e musicale dei Club Dogo gli rimane decisamente affine. Nel 2003 finisce per fare da spalla al tour del primo, leggendario Mi Fist.
Tra il 2004 e il 2005 non solo riesce a unire PMC e Club Dogo nell'omonimo PMC VS Club Dogo - The Official Mixtape, ma anche altri due produttori come Don Joe e DJ Shocca sotto la stessa bandiera sua, The Italian Job. Nel 2008 pubblica il suo primo album, The Second Feeling, con dentro collaborazioni principalmente straniere. Con la cantante olandese Caprice (in fondo, Shablo risiede ad Amsterdam) firma un pezzo che verrà poi utilizzato da Gué ne Il Ragazzo d'oro, Conta su di me.
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La Dogo Gang, Roccia Music e la conquista del rap italiano
Nel 2011 dalla sinergia con Don Joe nasce anche un album, Thori e Rocce. Non è che l'ennesimo tassello di quella che ormai è una fratellanza più che un'amicizia con la Dogo Gang. A coronamento di ciò, nel 2012 fonda insieme a Marracash la Roccia Music, etichetta che se non altro ha avuto il merito di scoprire artisti come Achille Lauro e Sfera Ebbasta. E vedi tu se è poco.
A questo punto, da Salmo a Izi, da Fibra a Clementino, non c'è davvero un artista della scena che non passi almeno una volta dal suo studio. Non bastasse, impiatta anche un altro progetto di label e agenzia di management Thaurus, attiva tutt'oggi a differenza di Roccia.
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L'era della trap
Nel 2016 è il turno del secondo album solista, Mate y espiritu, nato tra varie sue peregrinazioni tra Sudamerica e tropici. L'era della trap esplode in Italia e Shablo, che ormai è anche manager di Sfera, finisce per produrre o comunque partecipare a tutti i nuovi album di Rkomi, Izi, Guè, Marracash.
Nel 2018 fonda insieme a Charlie Charles e Sfera la label BillionHeadz Music Group, che tutt'oggi detta legge sia a livello italiano (con artisti come Sfera e Drefgold nel roster) sia a livello estero con tutte le collaborazioni spaziali che nei dischi di cui sopra appaiono. Da Future in Famoso a Quavo dei Migos in Rockstar. L'ultima grande hit è forse M'Manc, tormentone del 2020 insieme a Sfera Ebbasta e Geolier.