La pit lane del circuito di Imola e il murales dedicato ad Ayrton Senna
© Mark Thompson / Getty Images
F1

Tutto quello che c'è da sapere sul circuito di Imola

L'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è uno dei circuiti più famosi e importanti nella storia della Formula 1: scopriamone insieme tutte le caratteristiche
Di Stefano Nicoli
7 minuti di letturaPublished on
È una delle piste più famose, affascinanti e iconiche del mondo. Sul suo asfalto, nel bene e nel male, si sono scritte pagine importantissime nella storia del Motorsport. È un circuito che ha legato a sé i più grandi piloti che il mondo abbia mai visto, esigendo da loro coraggio e talento e ricompensandoli con la gloria. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è questo, ma è anche molto di più.
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La storia del circuito di Imola:

La storia del circuito inizia diversi anni fa, nell’ormai piuttosto lontano 1947. Fu allora infatti che Alfredo Campagnoli, Tonino Noè, Ugo Montevecchi e Graziano Golinelli fondarono l’Ente Sport e Turismo Imola, incaricato di promuovere la realizzazione di un tracciato che potesse ospitare gare motociclistiche. La prima svolta la si ebbe nel 1948, quando Enzo Ferrari venne coinvolto nel progetto: il Drake, assieme ai fratelli Maserati, si adoperò per far sì che la pista - inizialmente pensata come extraurbana - diventasse permanente e destinata anche a collaudi. I lavori per la costruzione di quello che nacque inizialmente come Circuito del Santerno (dal nome del fiume che gli scorre di fianco) iniziarono ufficialmente l’8 marzo 1950, al termine di due anni trascorsi dai promotori a richiedere e ottenere i vari placet necessari da parte tanto dell’Automobile Club d’Italia quanto dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Il circuito, la cui lunghezza iniziale misurava 5,017 km, venne realizzato unendo alcune delle strade che già si trovavano sulla collina in cui sorge, e solamente a partire dal 1960 si trasformò in un tracciato permanente munito di recinzione: fino a quel dì, infatti, le strade che ne avevano composto l’ossatura iniziale rimasero normalmente aperte alla circolazione.
Per completare i lavori occorsero due anni: il primo collaudo del circuito di Imola, effettuato al mattino da piloti di moto e al pomeriggio da piloti di auto (tra cui figurava anche Alberto Ascari), si ebbe il 19 ottobre 1952, mentre l’inaugurazione ufficiale venne fatta il 25 aprile 1953 in occasione del Gran Premio CONI, una gara motociclistica. Nel corso degli anni successivi l’attività in pista andò pian piano intensificandosi grazie a competizioni come la Coppa d’Oro Shell e la Conchiglia d’Oro Shell e finalmente, il 21 aprile 1963, il circuito di Imola ospitò il primo GP di Formula 1 della sua storia. L’8 settembre 1970 il Circuito del Santerno si trasformò poi nell’Autodromo Dino Ferrari in onore del figlio del Drake, prematuramente scomparso 14 anni prima, mentre nel 1972 fecero la propria comparsa due curve che avrebbero per lungo tempo caratterizzato il circuito di Imola: la Variante Alta (tuttora presente) e la Variante Bassa, più volte modificata e ora scomparsa dal layout utilizzato ora dalla Formula 1.
Quest’ultima, dopo la fugace apparizione datata 1963 di cui vi abbiamo parlato poco più sopra, fece il suo ritorno sulle sponde del Santerno solamente nel 1980 quando, a seguito di lavori svolti per migliorarne la sicurezza, l’Autodromo Dino Ferrari ospitò il 51° Gran Premio d’Italia “strappandolo” per l’occasione all’Autodromo Nazionale Monza. La denominazione di GP d’Italia, per Imola, durò poco: il Tempio della Velocità se ne riappropriò già a partire dall’anno successivo, con la gara disputata all’Autodromo Dino Ferrari che divenne quindi il Gran Premio di San Marino. Il circuito di Imola cambiò poi nome - assumendo quello che ancora oggi viene utilizzato - nel 1988, quando si decise di affiancare il nome di Enzo Ferrari (defunto il 14 agosto di quell’anno) a quello del figlio Dino: da allora e per sempre, il circuito di Imola è per tutti l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.
Enormi modifiche al layout della pista sono state effettuate a seguito del drammatico fine settimana del GP di San Marino del 1994, durante il quale hanno perso la vita i compianti Roland Ratzenberger e Ayrton Senna. Il circuito di Imola ha cambiato radicalmente volto dopo quel tragico weekend: le curve del Tamburello e Villeneuve sono state sostituite da due chicane, le Acque Minerali dall’essere una variante si sono trasformate in due curve a destra e sono stati rivisti anche i disegni della Variante Bassa e della curva della Rivazza. Nel Parco delle Acque Minerali inoltre, in corrispondenza di quella che era la percorrenza dell’originaria curva del Tamburello, nel 1997 è stata collocata una statua dedicata ad Ayrton Senna che ancora oggi è meta di pellegrinaggio di migliaia di tifosi e appassionati provenienti da tutto il mondo.
I primi anni 2000 sono un periodo difficile per il circuito di Imola, che perde dapprima la World Superbike e poi, a partire dalla stagione 2007, anche la Formula 1. Nel 2008, invece, la pista torna a subire ulteriori modifiche: sotto lo sguardo vigile e attento dello studio di progettazione che fa capo a Hermann Tilke, si interviene sulla parte finale del tracciato andando a eliminare del tutto la Variante Bassa creando così un unico allungo che dalla Rivazza conduce fino alla variante del Tamburello. I lavori, effettuati con l’obiettivo di implementare ulteriormente la sicurezza del tracciato, sortiscono gli effetti da tutti sperati solamente nella stagione 2020: è a partire dall’anno segnato dalla pandemia di COVID-19 che l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari ricomincia a essere presente nel calendario del Circus, tornato sull’asfalto del circuito di Imola tanto nel 2021 quanto nel 2022. Il tracciato che sorge sulle rive del Santerno avrebbe dovuto ospitare la Formula 1 anche nel corso della stagione 2023, ma l’emergenza maltempo che ha colpito l’intera Regione ha imposto scelte dovute e doverose portando così all’annullamento del GP dell’Emilia Romagna di quest’anno.
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Caratteristiche del circuito di Imola:

La mappa del circuito di Imola

La mappa del circuito di Imola

© © Scuderia AlphaTauri

Con l’attuale layout un giro di pista dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è lungo 4,909 km, e sono 19 le curve che lo compongono: dato il senso di marcia antiorario, 10 di esse sono a sinistra e 9 a destra. È un circuito che non stressa particolarmente né le Power Unit né gli impianti frenanti e che, a causa della sua conformazione tortuosa e della larghezza non eccessiva del tracciato, non rende la vita facile a chi voglia effettuare dei sorpassi. Nei tre settori che compongono il circuito di Imola c’è infatti spazio solamente per una zona DRS - posizionata sull’allungo che dalla Rivazza porta al Tamburello - e per tentare l’attacco in staccata si potrà contare solamente sulle frenate di Curva 2 e di Curva 14, la Variante Alta ora dedicata alla memoria del compianto Fausto Gresini. Seppure meno pronunciata rispetto a quella del Circuito delle Americhe di Austin, anche la variazione altimetrica del circuito di Imola è piuttosto rilevante: sono infatti quasi 33 i metri di differenza tra il punto più basso del tracciato - la percorrenza della Rivazza 2 - e quello più alto, che si trova all’altezza della staccata della Piratella, 9ª e insidiosissima curva del circuito.
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Curiosità:

Il circuito di Imola è tuttora definito “Il piccolo Nürburgring”: l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari - estremamente impegnativo, pieno di saliscendi e con i muretti che incombono vicini al manto asfaltato - è infatti considerato una versione in miniatura del famosissimo Inferno Verde, universalmente riconosciuto come uno dei tracciati più difficili e insidiosi del mondo. Nel 2012 inoltre, all’interno del tracciato che accoglie i propri visitatori con un enorme murales dedicato ad Ayrton Senna, la famosissima trasmissione televisiva “Top Gear” ha registrato un intero episodio della propria stagione.
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Caratteristiche e record del GP dell'Emilia Romagna:

  • Lunghezza circuito: 4,909 km
  • Numero curve: 19 (10 a sinistra e 9 a destra)
  • Primo Gran Premio disputato: 1963
  • Primo poleman: Jim Clark
  • Primo vincitore: Jim Clark
  • Record assoluto: 1’13”609 - Valtteri Bottas, Mercedes W11, 2020
  • Giro più veloce in gara: 1’15”484 - Lewis Hamilton, Mercedes W11, 2020
  • Maggior numero di vittorie (piloti): Michael Schumacher (7), Alain Prost e Ayrton Senna (3), Nigel Mansell, Damon Hill e Max Verstappen (2)
  • Maggior numero di vittorie (costruttori): Ferrari e Williams (8), McLaren (6), Brabham, Lotus, Benetton e Renault (1)
  • Poleman ultima edizione: Max Verstappen - Red Bull RB18
  • Vincitore ultima edizione: Max Verstappen - Red Bull RB18