Event & Festival
Dissonanze, in memoriam
Un festival che farà sempre da guida, anche dopo anni dalla sua scomparsa
PRIMOC’è un buon motivo per ricordare oggi Dissonanze, ma questo lo sanno in pochi (e resterà una cosa fra pochi).
SECONDOCi sono in realtà buoni motivi per ricordare Dissonanze sempre, ogni giorno, e questo invece lo devono sapere in tanti, anzi, tutti.
TERZOBasterebbe da sola la lista di artisti delle edizioni che vanno dal 2000 al 2010. Notevole. Notevolissima. Anche solo a livello di impatto visivo/numerico. E si sa, oggi le liste vanno per la maggiore. È che oggi l’accumulo è facile: anche nell’ascoltare musica. Un tempo l’acquisto di un singolo disco te lo sudavi, oggi è a due click di distanza (senza intaccare il tuo portafogli, se non lo vuoi fare), oggi puoi fare l’esperto di qualsiasi genere musicale, puoi fare sfoggio di una cultura infinita, la quantità di gente ferratissima nel prog anni ’70 o nel jazz sperimentale anni ’60 – tanto per fare due esempi – si è impennata vertiginosamente, anche e soprattutto grazie a gente che negli anni ’60 o ’70 non era manco un'idea nella testa dei propri genitori. La musica odierna dei ghetti di Chicago o Città del Capo, improvvisamente, è accessibile a tutti, anche a chi è così hipster e imborghesito da usare prodotti per capelli o specifici per la barba e i mustacchi a manubrio (che se ti presenti così nei ghetti suddetti ti tirano un paio di manrovesci in secondi zero virgola tre). Non è colpa di nessuno. Anzi, è una risorsa. Lo ripetiamo: è una risorsa. Che dobbiamo imparare a sfruttare ancora meglio. Ma sottolinearlo serve a far capire come “esperto di musica” fosse un titolo molto più raro e molto più difficile da guadagnare rispetto a quanto avviene oggi. Se non altro dovevi spendere qualche lira in più e molte ore in più a comprare e leggere giornali musicali specializzati, unica fonte di approvvigionamento di informazioni, facendolo tra l’altro in maniera molto approfondita, ragionata, critica. Era un impegno, ecco. Serio.
QUARTOÈ contestualizzando in questo modo che si capisce meglio perché la lista di artisti fatti da Dissonanze nell’arco di un decennio è un miracolo. C’è uno scibile musicale dietro alla sua composizione, che era stupefacente. Era incredibilmente avanti nel tempo. Era il frutto di una ricerca e di una conoscenza pazzesche, da parte di chi la componeva. Sono stati anticipati molti fenomeni, arrivati poi sulla bocca di tutti (da Caribou, che suonò di fronte a poche decine di persone, al revival italo-disco che oggi fa tanto figo ma quell’anno chiamare un Daniele Baldelli riconoscendone la grandezza storica pareva una fesseria da fuori di testa, se volevi fare un festival “cool”). Ci sono state perle pazzesche (dai Minilogue a Errorsmith). Ci sono stati momenti di musica “alta” (Karl-Heinz Stockhausen, Charlemagne Palestine, Karl Bartos, Murcof). Ci sono stati i grandi nomi, messi però in contesti ben lontani dai contenitori vendi-biglietti in cui oggi li vedi suonare quasi sempre (Ricardo Villalobos, Luciano, Loco Dice, Richie Hawtin, Chris Liebing, Dave Clarke), in un tentativo di abbattere le barriere fra élite e massa che è sempre stata una chiave per capire Dissonanze – così come lo era per dire per il Sonar – che è una cosa che in Italia si faceva maledettamente fatica a capire e, insomma, ancora oggi il concetto è un po’ ostico, soprattutto per chi si sente meglio degli altri (perché sono sempre la musica e le abitudini degli altri a fare schifo, no?). Potremmo continuare così per ore, evidenziando aspetti “preziosi” delle scelte fatte negli anni. Potremmo parlare delle esplorazioni nel mondo non strettamente elettronico (da Bat For Lashes agli Zu, passando per i Giardini di Mirò), di come ogni singolo artista anche italiano sia stato chiamato con cognizione di causa (e non “…chiamo lui che mi costa nulla e porta un po’ di amici e la sua rete di PR”). Poi, altra faccenda che a leggere solo le line up rischia di passare in secondo piano, Dissonanze ha sempre voluto essere un festival “totale”. Ha inserito le performance multimediali fin dall’inizio, nella sua ragion d’essere. Ha cercato sempre e comunque delle location particolari, non convenzionali, fuggendo il più possibile il comodo metodo dell’andare a finire nei padiglioni fieristici (già predisposti come spazi per accogliere grandi numeri, ma inevitabilmente anonimi e spersonalizzanti). Ha amato la sua città. Amato tantissimo. Venendone ricambiato un po’ così, tra amministrazioni che mai e poi mai hanno capito la valenza culturale del lavoro fatto (e-nor-me, ed incredibilmente internazionale: ma a Roma che gliene importa di essere internazionale, tanto è già Roma e questo le basta… purtroppo) e gente per cui era più importante ottenere il biglietto gratis che ascoltare questo o quell’artista.
QUINTOOggi per fortuna è molto più facile fare un festival. Infatti ce ne sono. Tanti. E di gran belli. Potrebbero e potranno essercene ancora di più, di modo da recuperare il gap che ci separa dall’Europa tutta, in questo campo. Ma quanto fatto da Dissonanze resta un miracolo, in anticipo sui tempi, con una visione d’insieme e una cura della qualità che ancora oggi fanno scuola e restano non raggiunte. Oggi Dissonanze non c’è più. E mai più ci sarà, com’è giusto che sia. Chi ci ha lavorato se lo porta nel cuore. Chi lo ha conosciuto ne è uscito arricchito. Chi ne ha solo sentito parlare, prenda nota.
DISSONANZE 2000-2010, gli ospiti musicali
A Critical Mass feat. Ame, Dixon and Henrik Schwarz • Actress • AD Bourke • Alog • Alter Ego Ensemble • Andreas Tilliander • Andrew Weatherall • Anton Nikkila • Aoki Takamasa • Apparat • Audion Aka Mattew Dear • Atom TM • Bat For Lashes • Battles • Ben Frost • Bernhard Günter • Biosphere • Black Fanfare • Brasilintime feat. DJ Nuts, Ivan “Mamao” Conti, J.Rocc, Joao “Comanche” Parahyba, Madlib, Tony Allen • Booka Shade • Buraka Som Sistema • Byetone • Caribou • Carl Craig • Carl Michael Von Hausswolff • Carsten Nicolai • Cellule D’intervention Metamkine • Charlemagne Palestine • Chris Liebing • Claudio De Tommasi • Claudio Fabrianesi • Cluster feat. Moebius & Roedelius • Cobblestone Jazz • Crackhaus • Cristian Vogel • Crossover • Cyclo Aka Carsten Nicolai & Ryoji Ikeda • Daedelus • Daniel Menche • Daniel Meteo • Darkstar • Darren Price • Darryl Moore • Dat Politics • Dave Clarke • Deadbeat • Defrag Sound Processing • Die Schachtel feat. Mario Bertoncini & Angelo Petronella • Digitalism • Dimbiman • Dj Red • Dj Stile • Eclat • Edwin Van Der Heide • Effekt • Egg • Ellen Allien • Erol Alkan • Errorsmith • Fennesz • Flying Lotus feat. Samiyam • FM3 • Francisco Lopez • Francois K. • Franz & Shape • Fujiya & Miyagi • Funkstorüng • Gabriel Ananda • Giancarlino • Giardini di Mirò • Gil Scott-Heron • Gonjasufi • Goodiepal aka Kristian Vester • Headman • Isolèe • Italo and Cosmic Disco feat. Alexander Robotnick, Daniele Baldelli, Francisco, Rodion • Jake Mandell • James Holden • Jamie Lidell • Jeff Mills • Jens Brand • Jolly Music • Joris Voorn • Karl Bartos • Karlheinz Stockhausen • Keith Fullerton Witham • Kenny Larkin • Kid 606 • Kim Hiortoy • King Midas Sound • Koze • KTL feat. Pita & Stephen O’Malley • Laurent Garnier • Lazyfish • Lesser • LIA (Tinylittelelements) • Lindstrom • Loco Dice • Lory D • Luciano • Lucky Dragons • Luke Slater • Luomo • M16 • Magda • Marco Passarani • Martusciello • Martyn • Maryanne Amacher • Mass_Prod • Massimo • Matmos • Mathew Jonson • Matthew Herbert aka Radioboy • Max Durante • Metaxu • Micachu and The Shapes • Mikael Stavostrand • Minilogue • Miss Kittin • Miz Kiara • Moderat • Modified Toy Orchestra • Mokadelic • Mono 2 Atoma • Monolake • Moritz Von Oswald Trio • Motor • Mouse On Mars • Munk • Murcof feat. xx+xy visuals • Mylicon/E • Nathan Fake • Neon Indian • Nico Vascellari vs. John Wiese & Stephen O’Malley • Ninos Du Brasil • No Age • Nosaj Thing • Olivia Block • Opiate • Otolab • Oval • Oxtongue • Pantha Du Prince • Para One • Pe Lang & Zimoun • People Like Us • Perform • Peter Christopherson • Pigna People • Pinch • Plaid • Planningtorock • Pluramon • Pole • Prefuse 73 • Qubit • Radio Dd Live Show! • Radioactive Man • Radioclit feat. African Boy and Mo Laudi • Retina.It • Ricardo Villalobos • Richard Devine • Richie Hawtin • Robert Lippok • Rub’n’Tug • Ryoji Ikeda • Salem • Scott Arford • Sèbastien Lèger • Seth Troxler • Skot • Shackleton • Signal • Sleeparchive • Speedy J • Spektrum • Super Collider • Sven Väth • Swayzak • Switch • T.Raumschmiere • Terrae • Telepathe’ • The Books • The Bug • The Gaslamp Killer vs. Daddy Kev • The Herbaliser • The Mole • The Phenomenal Handclap Band • The Wire sound system • Thomas Brinkmann • Thomas Köner – Tiga • Tim Sweeney • Timo Maas • To Rococo Rot • Tony Rohr • Underworld • Unkle • Vladislav Delay • Wang Inc. • Xcoast • Xplosiva • Yacht • Yasunao Tone • Zbignew Karkowski • Zu vs. Scarful