Da Singapore al Giappone, passando per la Malesia: il tris di gare asiatico è servito. Questo weekend si torna a correre sull’inconfondibile circuito di Suzuka per il sedicesimo appuntamento del Mondiale di Formula 1.
Scheda della pista
Circuito: Circuito di Suzuka
Numero di giri: 53
Lunghezza: 5,807 chilometri
Curve: 18
Tipo di asfalto: Abrasivo
Distanza di gara: 307,471 chilometri
Giro record in gara: 1.31.549 di Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes, 2005)
Vincitore 2016: Nico Rosberg (Mercedes)
Pole Position 2016: Nico Rosberg (Mercedes) in 1.30.647
Pilota con più successi: Michael Schumacher (6 vittorie)
Caratteristiche del circuito
Suzuka, senza dubbio, rappresenta uno tra i più importanti e spettacolari circuiti al mondo, grazie alle sue originali caratteristiche che nel tempo hanno contribuito a renderlo leggendario. Il GP del Giappone si corre qui ogni anno dal 1987, con una pausa nel 2007 e nel 2008, quando il circus si spostò a Oyama. L’impianto sorge all’interno di un parco nei dintorni della città ed è stato voluto alla fine degli anni ’50 da Soichiro Honda, affinché fosse impiegato come circuito permanente per i test del produttore nipponico: ne venne fuori un tracciato di quasi 6 chilometri e 18 curve da togliere il fiato, tra chicane, tornanti e pieghe velocissime.
La pista è anche l’unica nella storia della Formula 1 che presenta un layout a forma di 8, con tanto di sottopassaggio e cavalcavia: la carreggiata non particolarmente larga insieme al susseguirsi di settori guidati che mettono a dura prova la concentrazione dei piloti rendono il circuito particolarmente complicato da interpretare in fase di sorpasso. Nonostante questo aspetto Suzuka resta sicuramente uno tra gli autodromi più apprezzati da piloti e fan. Il tracciato originale, progettato dall’architetto olandese John Hugenholtz, fu aperto per la prima volta nel 1962, e nel corso dei decenni ha subito alcune modifiche strutturali come l’aggiunta nel 1983 della chicane del Casio Triangle per rallentare le vetture prima del rettilineo del traguardo, poi leggermente trasformata nel 2002 insieme alla 130R e alle S del primo settore, divenute oggi meno pronunciate e più veloci. L’incredibile tratto della 130R ricorda da vicino la velocissima Blanchimont di Spa: le monoposto piegano a sinistra alla sensazionale velocità di 305 Km/h, e proprio affrontando questa curva nel 2005 Alonso si rese protagonista di uno tra i sorpassi più iconici di sempre ai danni dell’allora campione in carica Michael Schumacher.
Key Point
Suzuka, vista la sua configurazione, richiede un carico aerodinamico medio-basso e un’estrema attenzione durante la scelta delle impostazioni di bilanciamento aerodinamico, essenziale per superare al meglio la famigerata 130R. A dispetto delle S, dell’Hairpin e della chicane, l’impianto giapponese rimane un tracciato veloce, e le power unit dovranno affrontare una bella dose di stress: il motore viaggerà ai massimi regimi per il 63% della tornata e il pedale dell’acceleratore sarà premuto a fondo per 14 secondi di fila dalla Spoon Curve al Casio Triangle. I dati sulla trasmissione, qui effettivamente poco sollecitata, confermano la natura veloce del circuito: i driver trascorrono il 34% del tempo sul giro in sesta marcia e per il 21% sfrecciano in ottava. Se le regolazioni del cambio non costituiscono a Suzuka un elemento cruciale diviene indispensabile per i team tenere d’occhio le gomme: l’asfalto nipponico è piuttosto abrasivo e con le elevate sollecitazioni laterali e verticali gli pneumatici potrebbero andare incontro a un importante degrado, soprattutto l’anteriore destra, la cui efficacia sarà da monitorare costantemente.
Curiosità
Suzuka, generalmente posta come tappa conclusiva del calendario, è stata determinante per la vittoria del mondiale in diverse occasioni: come nel 1987 quando Piquet si laureava campione per la terza volta e nel triennio ‘88-‘90, quando si consumava il duello Senna-Prost, con il brasiliano che in Giappone vinse anche il suo terzo titolo nel 1991 ai danni di Nigel Mansell, uscito di pista nei primi giri. Sfida casalinga in Williams durante il campionato del 1996 quando Damon Hill, vincitore a Suzuka, si aggiudicava il mondiale sconfiggendo il compagno di team Jacques Villeneuve, costretto al ritiro per il distacco di una sospensione. Nel 1998 e 1999 fu la volta di Hakkinen, che nei due anni trionfava rispettivamente su Michael Schumacher ed Eddie Irvine. Suzuka fu decisiva anche nel 2000 con il ritorno della Ferrari al titolo piloti proprio grazie al pilota tedesco, che s riconfermò proprio su questo tracciato campione del mondo per la sesta volta anche nel 2003, al termine di una gara rocambolesca. Il terzo posto di Vettel conquistato qui nel 2011 fu sufficiente al pilota Red Bull per riconfermarsi il numero 1 per il secondo anno consecutivo.
L’evento in TV
La tre giorni nipponica sarà tramessa in diretta sulla pay-TV Sky, mentre la RAI manderà in onda l’evento in differita: l’ideale per chi non vuole svegliarsi presto nel weekend. Questi gli orari per seguire il GP del Giappone sul piccolo schermo:
Venerdì 6 ottobre
Prove libere 1 | dalle 03.00 in diretta su Sky SportF1 e dalle 08.30 in differita su Rai Sport
Prove libere 2 | dalle 07.00 in diretta su Sky SportF1 e dalle 11.30 in differita su Rai Sport
Sabato 7 ottobre
Prove libere 3 | dalle 05.00 in diretta su Sky SportF1 e dalle 11.30 in differita su Rai Sport
Qualifiche | dalle 08.00 in diretta Sky SportF1 e dalle 13.45 in differita su Rai2
Domenica 8 ottobre
Gran Premio | dalle 07.00 in diretta su Sky SportF1 e dalle 14.00 in differita su Rai1