Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo
© Mauro Puccini
Pallavolo

La storia di Ivan Zaytsev e dei suoi tatuaggi

Il docufilm che racconta la sua storia, tra pallavolo e vita privata, parte dalle immagini sulla pelle
Di Sara Canali
4 minuti di letturaPubblicato il
«Sono fatto di vita e inchiostro», ci ha detto Ivan Zaytsev. Il pallavolista italiano è tra i più forti al mondo, e sarà il perno della nazionale italiana al prossimo Campionato mondiale di pallavolo maschile che si svolgerà a settembre. E queste sue parole sono tratte dal docufilm - tra passaggi della sua carriera e nel privato - che si snoda anche attraverso i suoi tatuaggi, ognuno a sua volta con una storia alle spalle.
Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

© Mauro Puccini

Ognuno di noi ha una storia da raccontare, solo che qualcuno decide di portarsela addosso in modo indelebile, tatuata. Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo, è un giocatore dal forte carisma, che sa far battere i cuori degli appassionati e non solo, grazie a quel fuoco che gli brucia dentro quando scende in campo. La sua è stata una vita intensa, dove lo sport ha rappresentato una linea costante, a volte come strumento di liberazione, altre di oppressione. È lui a raccontarlo e lo fa attraverso un docufilm di 52 minuti, in cui racconta la sua vita e le esperienze, ripercorrendo in un modo inedito tutte le tappe principali.
Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

© Mauro Puccini

I tatuaggi sono segni indelebili che raccontano emozioni, stati d'animo, avvenimenti. Che sono evoluti nel tempo, come lui stesso ha fatto, e che restano incancellabili, nonostante il mondo che ci circonda tenda a velocizzare e a dimenticare tutto. Invece quei disegni, quei simboli, restano lì, forti come i ricordi, a decorare una pelle uscita da mille battaglie dentro e fuori dal campo: «Da piccolo ho ricevuto un'educazione sportiva molto forte, a tratti opprimente», racconta Ivan. «Sapere che in famiglia hai avuto una mamma che ha fatto un record olimpico, un record mondiale a 13 anni, e riconoscere la figura di mio padre come una presenza importante, creava in me una sorta di sfida con lui nel cercare di raggiungerlo e al contempo mi creava una ribellione interna sempre più forte».
Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

© Mauro Puccini

Un rapporto impegnativo con il padre che lo ha temprato nel corpo e nello spirito, che è costato quella durezza e quel sacrificio che ogni grande eroe in fondo si porta dentro. Ognuno in modo diverso, ma che alimenta quel qualcosa che costantemente brucia. Il primo gesto di ribellione è stato quello di farsi crescere i capelli fino alle spalle e da allora ogni taglio di capelli dello Zar è stato un urlo di battaglia. Da questo si evince come Ivan comunichi con il suo corpo, come la voglia di dire la propria richiami un costante bisogno di esternazione che nei tatuaggi trovano la sua espressione. Il primo lo ha fatto a 19 anni, gli altri hanno scandito con costanza i momenti salienti successivi. Anche l'amore ha la sua dose d'inchiostro sotto pelle, perché per la moglie Ashling c'è una storia che Ivan si porta addosso e che sa di mare.
Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

Ivan Zaytsev, lo zar della pallavolo

© Mauro Puccini

Scorrono i minuti e il racconto si anima e ci porta a conoscere l'Ivan adulto, quello che ha trascinato la nazionale a conquistare un argento olimpico, quello che è diventato padre per ben due volte e che ha occhi solo per i suoi figli: «Nel frattempo sono diventato due volte padre, e ammetto che è una cosa che ti cambia la vita, così come il carattere. Ti fa capire quali siano le priorità e quali le cose futili», dice. Ivan Zaytsev il ragazzino, il giocatore, l'adulto, il padre, il fenomeno, la leggenda. I mille aspetti di chi in fondo è sempre e solo un uomo. Si dice che ciò che ci distingue dagli altri sia ciò che siamo disposti a raccontare di noi stessi, siano le nostre esperienze e il nostro vissuto: «Tutto quello che c’è da sapere è inciso con l’inchiostro nella mia pelle. Questo sono io». Parola dello Zar.