'Raidare' nel fango
© Marcelo Maragni/Red Bull Content Pool
MTB

MTB: gli upgrade che migliorano la guida nel fango d'autunno

Il fango e le foglie cadute sono i terreni più divertenti da affrontare per un biker: ecco i migliori upgrade per guidare su queste condizioni
Di Federico Malpezzi
5 minuti di letturaPubblicato il
L’autunno richiama le piogge e i colori caldi del foliage, in netta contrapposizione con le temperature che si fanno più rigide e il fango. Per un biker la stagione autunnale è una delle più divertenti, ma anche una delle più imprevedibili. Guidare nel fango rappresenta un divertimento di cui nessun biker sa - né vuole - privarsi (soprattutto in vista degli ultimi eventi stagionali), ma ci sono alcuni elementi che vanno tenuti a mente prima di lanciarsi all’avventura sui terreni smossi.
Il fango è una possibilità concreta

Il fango è una possibilità concreta

© Sven Martin

La mountain bike è uno sport che si svolge già su superfici instabili, ma il fango, le foglie e la pioggia ne aumentano sensibilmente la precarietà. Inoltre, il terreno molle che con il passaggio della bicicletta si alza, intacca anche la sicurezza in sella.
EWS La Thuile PS1

EWS La Thuile PS1

© Superenduro - Pietro Baraggi

Si può però migliorare l’esperienza in mountain bike d’autunno e nel fango con pochi aggiustamenti alla componentistica della propria mtb. Gli upgrade che vi proponiamo consentono di contrastare anche la paura di approccio ai tratti più viscidi e impegnativi.
Ecco i migliori upgrade per la guida nel fango autunnale.
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Pastiglie frenanti

Il primo upgrade per la guida nel fango riguarda l'impianto frenante e nello specifico, le pastiglie. Partiamo con un aspetto che riguarda la sicurezza in sella perché su terreni fangosi il controllo non è così facile, e avere una mountain bike che non reagisce nel modo corretto contribuisce a rendere tutto ancora più difficile.
Focus sul mozzo e sul rotore freno della Specialized Demo di Loïc Bruni.

Freni a disco Magura

© Bartek Wolinski/@wolisphoto

L’azione degli impianti frenanti a disco si basa sull’attrito che le pastiglie esercitano proprio sul disco. Di pastiglie sul mercato ce n’è a iosa, e differiscono principalmente per la mescola utilizzata che cambia da una parte il comportamento e dall’altra la resistenza agli agenti esterni. Se vi avvicinate all’autunno e frequentate spesso sentieri con fango e detriti tra le soluzioni migliori da adottare ci sono le pastiglie metalliche. Cosa cambia? Prendiamo ad esempio l’organica, che è una delle pastiglie più diffuse. La componente della mescola è appunto materiale organico, molto morbido e duttile: la sua caratteristica principale è quella di essere performante a basse temperature e avere quindi una frenata pronta, ma il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che si consumi molto facilmente e che i detriti come il fango presente in autunno possano accelerarne il processo di consumo.
Le pastiglie freno giuste per il giusto utilizzo.

Pastiglie freno organiche e sinterizzate

© Sram

La metallica invece è costituita per gran parte di materiale metallico e pur avendo un tempo di attivazione un po’ più lungo (necessita di qualche frenata per entrare in temperatura), è più resistente ai residui che si immettono nella pinza, come fango, sabbia e polvere. Nelle condizioni quindi più umide dell’autunno questa tipologia di pastiglie migliora il feeling di guida in maniera sensibile, ma soprattutto rende più sicuro l’approccio ai tratti tecnici.
La mescola dei freni a disco personalizza la frenata in base al campo d'utilizzo e ai terreni affrontati.

Mescole diverse per utilizzi diversi

© Harrokz/SRAM

Le pastiglie metalliche non sono universali, quindi bisogna procedere in primo luogo a cercare la compatibilità con la propria pinza in utilizzo. Sostituire le pastiglie dei freni costa circa una trentina di euro al massimo e possiamo considerarlo quindi un upgrade a buon mercato. Sulla frenata è sempre bene sapere che non è solo la pastiglia a fare la differenza, ma anche il momento in cui si frena e la modalità.
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Copertoni

Il secondo upgrade per la guida autunnale sul fango e le superfici più instabili secondo noi riguarda i copertoni. Arriviamo da una delle estati più secche degli ultimi anni, e per questo motivo tutti noi avremo montato i copertoni migliori per l’asciutto: tassello basso, poco spazio tra i rilievi e larghezze abbondanti. Che voi abbiate una mountain bike da enduro, all mountain o cross country quelle coperture potrete tenerle solo se abitate in qualche isola dell’emisfero australe: in alternativa, le condizioni meteo della stagione in arrivo richiedono un’altra tipologia di pneumatici.
Fango ne abbiamo?

Fango ne abbiamo?

© Bartek Woliński/Red Bull Content Pool

Sul fango il tassello radente non ha possibilità di penetrare nel terreno né in fasi di salita e neanche in discesa. Sui terreni più pesanti il copertone giusto è quello con tasselli distanti tra loro che evitano l’accumulo di fango, con rilievi ben più alti. In questo modo le forme più accentuate riescono a penetrare il terreno e offrire grip agguantando la parte più dura sottostante. Più spaziatura gestisce meglio i detriti, più altezza dei tasselli invece migliora grip e frenata.
Maxxis Shorty, tra i migliori per il fango

Maxxis Shorty, tra i migliori per il fango

© Maxxis

Per trarre i giusti benefici di queste caratteristiche è talvolta necessario scendere leggermente per quanto riguarda la sezione del copertone. Una larghezza maggiore può creare un effetto galleggiamento sugli strati più abbondanti di fango che non offre un gran controllo. Una sezione più stretta e artigliata invece riesce a penetrare gli strati più spessi di fango e garantire presa ai tasselli. Un buon copertone per i terreni morbidi per l’enduro può avere una sezione di 2.4”, mentre 2.2” o anche 2.1” per mountain bike con travel limitati.
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Il reggisella telescopico

Per un efficace controllo sulle superfici meno stabili bisogna metterci anche il fisico. Oltre alla mobilità del busto e delle spalle con cui gestire la sterzata, è necessaria una buona mobilità del bacino e un arretramento sulla bici, oltre a spostamenti del corpo sull’asse orizzontale.
Close up of the saddle and seat dropper post on Simon Andreassen's Cannondale Scalpel mountain bike.

Sella e reggisella telescopici mimetizzati in nero

© Bartek Woliński

Qui entra in funzione il reggisella telescopico, che offre un margine di spostamento sulla mountain bike più ampio. Sulle biciclette da enduro e all mountain in cui si guida molto più centrali, ci si abbassa in continuazione per cui è utile un reggisella con travel più esteso. Sulle biciclette da pedalata invece il principale movimento è quello di arretramento, per questo motivo è utile un dropper senza un eccessivo travel.
Reggisella telescopico con comando remoto

Reggisella telescopico con comando remoto

© Crank Brothers

Questo componente torna particolarmente utile in autunno per riuscire a spostarsi sulla mountain bike assecondando il terreno e contrastando la direzione che prende la mountain bike. Gran parte delle biciclette sul mercato hanno un reggisella telescopico di serie, ma per chi invece non ha ancora scoperto i vantaggi di questo componente, questo è il momento giusto.