Sébastien Ogier al Rally di Sardegna
© Jaanus Ree/Red Bull Content Pool
WRC

Come funzionano le note dei navigatori del WRC

Ogier e Ingrassia ci spiegano e mostrano a cosa serve il libro con le note in una gara di rally
Di fuoritraiettoria.com
6 minuti di letturaPubblicato il
«A dire la verità non ci sono molti segreti, anche perché ormai con le telecamere riuscite a vedere tutto dei nostri on board. E poi è tutto piuttosto semplice: pensate che ci si può esercitare persino quando si va a fare un giro in auto la domenica pomeriggio».

2 min

Ingrassia e Ogier: guida alle note del WRC

A chiedere quali siano i trucchi del mestiere del navigatore siamo noi, a rispondere con questa disarmante facilità è Julien Ingrassia, 5 volte Campione del Mondo del WRC assieme a Sebastien Ogier. Sorridiamo poco convinti. Siamo da poco scesi dall'auto con cui uno degli equipaggi più vincenti nella storia del Rally ha affrontato il percorso che farà da scenario ai test sardi di Ford M-Sport e, sinceramente, il segnare le note ci è sembrato tutto tranne che semplice.
Nel weekend si corre il Rally di Finlandia, lo potrete seguire su Red Bull TV.
«Non mi credete?» chiede Ingrassia. Nonostante non mastichi troppo bene l'italiano deve aver chiaramente letto e compreso la parola “perplessità” che pian piano stava comparendo sulle nostre facce: «Va bene, allora ve lo dimostro», dice afferrando il blocco su cui fino a pochi minuti fa scribacchiava numeri e simboli in tutta fretta, per poi posizionarselo davanti, come fosse un volante. «Per prendere le note bisogna tener conto fondamentalmente di tre aspetti: la distanza della curva che dobbiamo affrontare, la sua direzione e il suo raggio. Il calcolo della distanza si affina con l'esperienza, la direzione credo siate in grado già da ora di intuirla: invece per iniziare a capire bene che numero assegnare alla curva potete aiutarvi con il volante».
Sébastien Ogier al Rally di Sardegna

Sébastien Ogier al Rally di Sardegna

© Jaanus Ree/Red Bull Content Pool

Correre in un rally è diverso rispetto al correre in pista. In un rally a bordo di ogni auto si è in due, un pilota e un navigatore. Non c'è una mappa del circuito da imparare a memoria, non ci sono le stesse curve che si ripetono in sequenza di anno in anno: le Prove Speciali su cui ci si sfida sono percorsi che vengono scoperti dagli equipaggi solamente nei giorni che precedono la gara. Ecco perché, seppur in totale assenza di qualsiasi tipo di pentagramma, diventa necessario prendere le note: indicazioni che pronunciate dal navigatore servono al pilota per capire cosa aspettarsi dal percorso che ha davanti a sé.
«Le ricognizioni che abbiamo appena concluso» - prosegue Ingrassia - «sono fatte a basse velocità proprio per questo, per capire bene quanto angolo di sterzo serva per affrontare una certa curva. Più è alto l'angolo, minore sarà il raggio della curva e di conseguenza più basso sarà il numero da assegnarle. Un "destra 6" vuol dire una minima rotazione del volante, un "sinistra 1" invece una sterzata molto decisa». Stabilire quante siano le cifre con cui identificare le curve sta poi al pilota, che a seconda del proprio stile decide a quanto angolo di sterzo far corrispondere un certo numero. «Sébastien raramente decide di andare oltre il 6», ci ha raccontato Ingrassia, mentre inizia a sfogliare il proprio quadernone per darci anche una dimostrazione pratica di come si scrivano concretamente le note: «Ma so che ci sono altri piloti, anche nel Mondiale, che utilizzano tranquillamente anche il 7».
Man mano che le pagine scorrono sbirciamo tra le righe, notando la pressoché totale assenza di correzioni da parte di Ingrassia. La sensazione che l'equipaggio francese fosse precisissimo in quello che - per importanza, complessità e necessità di affinità sembra quasi un rito mistico - l'avevamo avuta fin da quando eravamo a bordo dell'auto, ma trovare tutti quei fogli praticamente intonsi non ha fatto altro che trasformare in certezze le nostre impressioni. Per rimanere competitivi a quei livelli, per così tanto tempo, a volte bisogna oltrepassare la perfezione, e la precisione con cui i due si scambiavano impressioni, dati e numeri mentre affrontavano per la prima volta il percorso era maniacale, sintomo di un'intesa e un'esperienza che solamente anni e anni di competizioni riescono a far nascere.
Rally d'Italia 2015, Sebastien Ogier

Si alza la polvere su Ogier in Sardegna

© @tWorld/Red Bull Content Pool

«Queste non sono nemmeno le note migliori che mi sia capitato di prendere», ci dice Ingrassia, che aveva evidentemente capito di cosa stessimo confabulando tra di noi: «Andavo un po' di fretta e tra l'altro non le vedete ancora messe in bella copia, però diciamo che il loro compito dovrebbero comunque svolgerlo: proviamo». Sceglie una riga a caso, inizia a leggere e all'improvviso ci ritroviamo su un'auto del WRC con il navigatore che ci detta le note: «100 (metri), destra 140 (angolo di sterzo a cui avrebbero poi assegnato un numero), taglia poco, in 60 metri frena tornante destro, in sinistra piena, 100, sinistra 130 lunga apre in 80 metri sinistra 140 veloce lunga, taglia poco alla fine».
A un tratto la sequenza di curve si interrompe: «Questo segno qui» - indica con il dito il francese - «vuol dire "apri", un termine che fa capire al pilota che in uscita di curva può rilasciare dolcemente lo sterzo perché la curva non è chiusa. Questo qui invece lo utilizziamo per i "taglia", ovvero per le curve in cui si può tagliare in maniera decisa la traiettoria, mentre questo è per i "tagli più piccoli", quelli dove può essere rischioso uscire troppo dalla strada. E questi, infine, sono quelli che utilizziamo per darci dei punti di riferimento visivi: quello indica l'albero in ingresso di curva, quell'altro il sasso in mezzo a un destra-sinistra veloce».
Le note ricominciano a uscire rapide dalla bocca di Ingrassia, che nell'arco di pochi secondi arriva fino alla fine del foglio prima di zittirsi e guardarci sorridente, come a voler dire “Siete convinti ora che sia semplice?”. Un pochino più di prima Julien, un pochino più di prima. Un dubbio però ci rimane ancora: qui siete subito riusciti a segnare le giuste note, ma in un Rally del Mondiale, con le PS più lunghe, quante volte vi capita di correggere tra un run di ricognizione e l'altro? «Al massimo un paio di note tra il primo e il secondo giro, nulla di più», ci ha risposto. 
Poi, dopo una breve pausa, a telecamere spente conclude: «Effettivamente per farlo come noi nel WRC forse qualche trucchetto c'è». Ed è proprio questo il punto a cui volevamo arrivare. Potrà anche essere semplice prendere le note, non c'è dubbio. A non essere assolutamente semplice però, checché ne dica il gentilissimo Julien, è riuscire a farlo al livello dei navigatori del WRC, perfezionatisi negli anni grazie all'esperienza. Pronti quindi a macinare in auto le migliaia di chilometri necessari per scoprire i segreti del mestiere e diventare gli Ingrassia del domani?