Nel corso della storia della Formula 1, sono molti i piloti a non aver sfruttato in pieno il proprio potenziale. Scelte di squadra, budget ridotti, l'incapacità di evitare l’open bar oppure una forte propensione a non salire sul tapis roulant… I motivi sono spesso molti e complessi!
Ecco perché il nostro team ha pensato: chi è il pilota di F1 più sottovalutato di tutti i tempi? Ci siamo rivolti ad alcuni tra i massimi esperti in materia. E alcune delle loro risposte destano qualche sorpresa…
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Jack Elleker - Creatore di F1StatBlog
Alain Prost è stato quattro volte campione del mondo ma pochissime persone lo stimano quanto dovrebbero
Chiamatemi pazzo, ma uno dei piloti di F1 più sottovalutati dagli appassionati al giorno d'oggi è Alain Prost. Ha vinto quattro Mondiali e 51 Gran Premi ma pochissime persone lo apprezzano come dovrebbero. In 13 stagioni, Prost non è riuscito a stare davanti al compagno di squadra in soli due campionati, la prima volta nella stagione d’esordio, e la seconda quando è arrivato a mezzo punto da Niki Lauda. Con solo 10 punti in più Prost avrebbe vinto sette campionati e senza la regola confusionaria del taglio punti (che ha visto Prost fare più punti di Senna nel 1988 ma perdere ancora il campionato), avrebbero potuto essere otto. Solo in due stagioni della sua carriera, Prost non è riuscito a vincere nemmeno una gara. Statisticamente, è secondo me il migliore di tutti i tempi, ma di solito è al quarto posto nei sondaggi.
Vince Pettit - Editor in Chief, The Checkered Flag
Eventi sfortunati e squadre mediocri hanno impedito a Jean Alesi di dimostrare il suo potenziale
Nonostante abbia vinto solo una gara, Jean Alesi aveva molto più potenziale di quello che è riuscito a dimostrare. Ha fatto gavetta nella Tyrrell guidando il GP USA del 1990 a Phoenix (chiuso al secondo posto), in una gara che lo vide a lungo tenere dietro il ben più potente motore V10 Honda della McLaren di Ayrton Senna (che avrebbe poi vinto il campionato di quell'anno).
Una serie di sfortunati eventi e di scelte del team sbagliato gli hanno impedito di dimostrare il suo potenziale durante la carriera. Un classico esempio è stata la mossa di Alesi di andare in Benetton nel 1996, proprio mentre la squadra entrava nella crisi dell’era post-Schumacher mentre la Ferrari, la squadra che aveva lasciato per la Benetton, cominciava a prendere slancio. Se la dea bendata fosse stata dalla sua parte, Alesi avrebbe sicuramente vinto di più.
Tom Bellingham - Editor-in-Chief, Sportscar One
Luca Badoer non ha ottenuto la fama che avrebbe meritato
Non era Ayrton Senna, questo è sicuro, ma non credo che Luca Badoer abbia avuto la fama che avrebbe meritato. Si è spesso parlato di lui come del peggiore pilota di F1, molto per colpa delle due gare che ha corso per la Ferrari nel 2009.
La gente dimentica però che Badoer non guidava una F1 in gara da dieci anni, e quando è stato sostituito da Giancarlo Fisichella, quest'ultimo, pur essendo molto più esperto, non ha ottenuto nemmeno un punto in cinque gare.
E' giusto ricordarlo, prima ancora di ricordare che è stato collaudatore della Ferrari negli anni in cui la Scuderia ha collezionato qualcosa come otto titoli costruttori. Senza dimenticare che, se non fosse stato per un guasto al cambio, avrebbe concluso con un incredibile quarto posto il GP al Nürburgring nel 1999 con una Minardi. Non dimenticherò mai le sue lacrime accanto alla sua auto, in quell'occasione!
Greg Stuart - Action Sports Editor, Red Bull UK
Damon Hill ha sfruttato al meglio le poche opportunità che ha avuto
La cosa che mi lascia perplesso è che Damon Hill debba lottare ancora oggi per giustificare la sua reputazione. Sono abbastanza sicuro che nessun altro campione del mondo di Formula Uno, o anche solo pilota, sia sottovalutato quanto lui. Va bene, la gente parla del suo famoso padre, o del fatto che abbia avuto la fortuna di passare dalla terribile Brabham del 1992 alla Williams, prima della classe, nel 1993.
Ma a differenza di altri piloti a cui sono state concesse occasioni incredibili - Riccardo Patrese, il pilota che ha sostituito alla Williams, per esempio - Hill ha sfruttato al meglio l'opportunità avuta, lavorando duramente per migliorare la sua guida, imparando da compagni di squadra come Prost, Senna e Nigel Mansell, eclissando Michael Schumacher in diverse occasioni e conquistando un Mondiale - un compito non facile. Inoltre detiene ancora un 13esimo posto di tutto rispetto nella lista dei vincitori di tutti i tempi della F1 con 22 vittorie, davanti a una platea di piloti come Mika Häkkinen, Ronnie Peterson e Jack Brabham. E se avete bisogno di essere ancora convinti, basti pensare alla vittoria sfiorata da Hill in Ungheria nel 1997 con la Arrows, o al successo sul bagnato a Spa nel 1998 con la Jordan.
Giorgio Terruzzi - RedBull.com
Chris Amon, velocissimo e considerato un collaudatore sopraffino
Il mio voto va a Chris Amon. Il fatto che per molti giovani questo nome non significhi nulla spiega la scelta. Perché Amon, neozelandese di Bulls, nato il 20 luglio 1943, allevatore nella sua adorata Tasmania, un kiwi nero dipinto sul casco, è stato a lungo un protagonista assoluto della F.1. La biografia presenta due dati sconcertanti: 96 GP disputati (tra il 1963 e l’76), zero vittorie. In aggiunta: 851,4 km percorsi in testa senza riuscire a vincere nemmeno una gara. Eppure, velocissimo (5 pole), considerato un collaudatore sopraffino. Le consolazioni: con i prototipi. Con una memorabile vittoria a Le Mans ’66 in coppia con Bruce McLaren.
Chris Amon? Un grande, senza fortuna. Da ricordare, da rivalutare.
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