Sono stato a Lisbona lo scorso luglio, per qualche giorno, prima di noleggiare una macchina e partire per una rapida scoperta del Portogallo. Che è un paese particolare, che si evolve in verticale, e per questo è praticamente spaccato in due tra costa e interno, con un epicentro indiscusso: Lisbona. Per orientarmi all’interno di quella città dal cielo viola, che ricorda mille posti ma non somiglia a nessuno, dove le strade cantano e i tram si armonizzano al tram cittadino, avevo chiesto qualche consiglio a Populous, che solo qualche settimana prima era tornato dai suoi due mesi in terra lusitana. Come chi segue Populous saprà già, quel viaggio gli era servito per lavorare al nuovo disco, uscito la scorsa settimana, e che si chiama “Azulejos”, in omaggio alle celebri piastrelle portoghesi. Un disco bellissimo, un disco di cui non parleremo.
Ho infatti incontrato Populous in un torrido pomeriggio milanese e insieme abbiamo deciso di lavorare ad una piccola Lonely Planet di Lisbona, un manuale che serve sia a raccontare “Azulejos” da un punto di vista inedito, sia a tutti coloro i quali sceglieranno di passare la loro estate in uno dei posti più magici d’Europa.
Partiamo dal principio: perché Lisbona?
L’idea di partenza era quella di andare in Sudamerica. Ma andarci era una cosa un po’ troppo impegnativa sia a livello di tempo, che di conoscenze. Non che io sia andato a Lisbona conoscendo qualcuno eh, ma sei comunque a due ore da casa, prendi un aereo e torni. Mi è capitato infatti di fare serate in Italia e il giorno dopo ripartire per Lisbona. Alla fine quindi la praticità della città è stata la cosa fondamentale. E poi era una città che avrei sempre voluto visitare e questa m’era parsa l’occasione giusta per andar via e vederla con calma. L’altro aspetto fondamentale era che secondo la mia visione idealizzata della geografia Lisbona era a metà strada tra l’Europa e il mondo latino e tutto il Sudamerica. Basti pensare al fatto che le navi colonizzatrici son partite da lì. Credo che nessun’altra nazione in Europa sia più strettamente legata all’America del Portogallo e allora mi son detto, se proprio devo andare via sarà a Lisbona, in Portogallo.
A proposito di questo: perché sentivi quest’esigenza?
Secondo me se stai sempre nel tuo ambiente, rischi di fare sempre le stesse cose. Volevo allontanarmi da un disco come "Night Safari", non avevo proprio voglia di farne la versione 2.0. A mio avviso era un disco che peccava di limiti stilistici, essendo troppo vario e sfaccettato. Io invece volevo fare un disco che si collocasse in una scena ben precisa, quella della cumbia digitale che avevo ascoltato tantissimo negli ultimi anni. Ora che "Azulejos" è uscito e con lui sono arrivati i feedback entusiastici di gente come Chancha via Circuito, Nicola Cruz eccetera, ho detto “ok, è fatta, son tranquillo così e tutto il resto non mi tocca”. E questa ad oggi è la soddisfazione più grande.
Questi artisti che hai citato – a cui aggiungerei anche quelli della Principe Discos perché ne abbiamo parlato in altre occasioni – facevano già parte del tuo bagaglio musiciale, diciamo così. Perché non hai provato a coinvolgerli in "Azulejos"?
Ti rispondo utilizzando sempre "Night Safari" come termine di paragone. Quando tu collabori con altri musicisti è inevitabile che i pezzi vadano un po’ fuori dai tuoi canoni stilistici. Per mantenere invece questa coesione di fondo, non solo ho deciso di non chiedere collaborazioni a nessuno (tranne che a Riva), ma ho anche utilizzato in tutti i pezzi gli stessi suoni. Cambiava magari il campionamento, però la cassa è sempre quella, il basso è sempre quello, il rullante è sempre quello. Poi, certo, la melodia può cambiare, il suono di flauto essere più o meno accentuato, il sample di chitarra di Manu Chao etc. Ma i suoni di base sono sempre quelli.
Ti faccio questa domanda perché ho una mia, personale, risposta in testa (che è: il cielo, il colore del cielo) e volevo conoscere la tua. Cosa ti ha colpito più di Lisbona?
Tu sei napoletano, e non puoi non aver notato una certa similitudine con Napoli. Ok, Napoli è pazzesca e mille volte più piena di robe incredibili da vedere, però è il mood delle 2 città ad essere per certi versi affine, con quel via vai che arriva dal mare, quel tramonto frontale e il fatto che siano entrambe up & down. Sono anche sullo stesso parallelo. E poi c’è quella luce… pazzesca, psichedelica.
Visto che abbiamo parlato di Lisbona e Napoli. Spesso ho la sensazione che vivere a Napoli per un non napoletano sia difficilissimo. Ho trovato invece molto più facile adattarsi a Lisbona, magari perché è una città meno pazza di Napoli e più europea… tu che impressione hai avuto?
È sicuramente più europea. Lo è perché tante persone dall’Europa centro-settentrionale, in particolare Francia e Germania, la stanno usando come residenza per le loro vacanze. I prezzi sono più bassi rispetto alle altre capitali, per cui loro comprano case fatiscenti, le ristrutturano e le fanno diventare stilosissimi b&b di design. È più difficile che un inglese venga a investire a Napoli, perché è una città molto più complessa e difficile, ha una storia e una situazione completamente diversa. Poi qualche zona di Lisbona sarà anche decadente, ma si sta ripulendo tantissimo. La sensazione che ho avuto è stata quella di una città in cui, pur non conoscendo la lingua, mi ci sarei trasferito subito.
Food, Drink & Nightlife
Fumeiro De Santa Catarina: Il periodo che ho trascorso in zona Bairro Alto aveva una certezza, questo piccolo ristorantino dalla clientela molto trasversale. Ben arredato, accogliente e soprattutto "friendly". Ho sempre mangiato bene e speso poco, ma consiglio di prenotare visto le dimensioni della sala.
Mini Bar: Pare che questo José Avillez sia la versione portoghese di Carlo Cracco. Dei suoi tanti ristoranti il Mini Bar è quello con la formula vincente (per dire, ha anche una pizzeria, che però fa amabilmente cagare). Small portions / tapas, qualcosa che non è né un aperitivo né un pasto vero e proprio. Ma tutto mi è sembrato buono e i cocktails sono spa-zi-a-li. I prezzi adeguati al contesto.
Ze Da Mouraria: Situato nel cuore del quartiere Mouraria c'è questo posto molto roots consigliato dai locals. Carne come se non ci fosse un domani.
Time Out Market: È una specie di Eataly venuto male, ma per un pasto veloce ci può stare.
Santini: Di evidenti origini italiane, è la gelateria artigianale che ha rubato il mio cuore, oltre che il mio portafoglio (visti i prezzi). Però il gelato spacca!
Pasteis De Belem: Se proprio vi dovesse venire voglia di assaggiare ‘sti cazzo di "pastel de nata" allora prendete il bus e andate a Belem, così tra una foto all'omonima Torre, una visita al Monastero Dos Jerónimos e un'altra alla collezione d'arte contemporanea Berardo, vi sparate questi dolcetti cremosi e vanigliosi che son buoni solo in quel posto ( che ovviamente ha sempre la fila). Se poi non avete voglia di far file e decidete di prenderli in altre pasticcerie vi avviso già che c’è il rischio (pure alto) che sappiano di frittata dolce.
Merceria do Seculo: In una stradina del signorile quartiere Principe Real c'è questo piccolo caffé dal gusto retrò e casalingo che si è rivelata una grande scoperta. Una limonata e un pezzo di torta e si riparte di slancio in passeggiata.
Tr3s: Se siete gay e siete orsi questo è il posto giusto per voi. Ci sono stato più di qualche volta ma devo ancora capire perché si chiami "tre".
Park Bar: Uno dei bar con la vista più pazzesca al mondo. All'ultimo piano di un parcheggio a piani che era quasi di fronte ad uno degli appartamenti dove vivevo, ho poi scoperto che sul terrazzo c'era questo bar solo perché Branko dei Buraka Som Sistema mi ha chiamato a suonare con lui. Da quel giorno il drink al tramonto contemplando il panorama mozzafiato era diventato un must.
Lux: Non ha bisogno di molte presentazioni, è semplicemente il club/bar di Lisbona. Se non vi fidate chiedetelo anche al co-owner John Malkovich.
MusicBox: Club che si trova nella "pink street", la zona della movida. Ha una programmazione pazzesca dove quasi ogni sera ci suona della gente come minimo interessante. Ci ho suonato pure io e garantisco che i frequentatori sono completamente matti. Ormai è diventato una vera istituzione.
LX Factory: Situato ad Alcantara, la zona residenziale fra il centro città e Belem, questo ex-complesso industriale ora è diventato il posto dove gli hipster vanno a bere caffé, mangiare sushi e comprare souvenir. Diciamo che c'è di meglio da vedere, ma una visitina la si può sempre fare, specie perché fa una certa impressione vedere che sopra ti passa il Ponte 25 Do Abril.
Shopping
Slou: Se andate a Lisbona pensando di fare shopping vi anticipo già che avete sbagliato tutto. Ma se proprio vi si dovessero strappare gli shorts o vi si dovesse sporcare di frittura di bacalao la tee di Gosha allora potete fare un giro qui.
Flur Discos: Se vi piace la musica dance / elettronica una visita allo shop del giro Príncipe Discos è obbligatoria.
Spiaggia
Se non volete avere sbatti di treni (anche se la facciata della stazione di Rossio merita), affittate un auto e andate a fare un giro a Cabo Da Roca, il punto più a ovest dell'Europa continentale. Io ho un debole per i fari e lì ce n'è uno pazzesco. Meditate guardando le onde dell'oceano e poi proseguite giù verso la costa di Caparica. Ci ho dedicato anche un pezzo. Sono salentino e non posso certo dire che il mare mi abbia impressionato, ma il colpo d'occhio è pazzesco, specie quando ad un certo punto la costa diventa proprietà dei naturisti.
Dormire a Lisbona
La zona di Sanata Catarina (quella vicino all'omonimo miradouro) è stata la mia preferita. Tranquilla, senza gli erasmus del Bairro Alto che regnano nella caciara fino alle 5 di notte, e centralissima perché ti consente di fare quasi ogni tipo di spostamento a piedi.
Se volete invece vivere un'esperienza più tradizionale allora Alfama è un quartiere sicuramente più di sapore, roots, senza mai essere cafone o pericoloso. Muoversi da qui però è molto più difficile e faticoso (non scordatevi mai che Lisbona è la città degli up&down).
Cosa fare a Lisbona?
Lisbona non è Roma, non è Venezia, non è Firenze e non è Parigi. Non ci sono particolari monumenti da vedere. Come dico sempre a tutti i miei amici che stanno per andarci, è una città che non va visitata, va passeggiata. Uno dei miei pomeriggi tipo era bere limonata e fumare erba sdraiato al Jardim do Príncipe Real. È una città piena di belvedere. Anche la vista dal Castelo de Sao Jorge non è affatto male e se dentro ci trovate un paio di pavoni giganti salutateli da parte mia. Dall'Elevador de Santa Justa (un ascensore metallico progettato da Mesnier, un allievo di Eiffel) si possono fare notevoli foto panoramiche. Nonostante ci abbia intitolato un disco potete tranquillamente fare a meno di visitare il Museo Nacional do Azulejo. Ha molto più senso vedere direttamente gli azulejos multicolore, sbrilluccicanti e ammaccati che si trovano in giro per tutta la città. I tram di legno che vanno su e giù per la città (tipo il 28) sono stupendi, ma li avrò presi al massimo un paio di volte, perché erano sempre pieni di turisti (e io odio avere troppa gente attorno). La foto alla Chiesa do Carmo (quella col tetto smantellato) vi permetterà un discreto boost su Instagram.