L'esibizione di Salmo - Red Bull Open Sea Republic
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Musica

Le cose da sapere su Salmo

Il rapper sardo che ha conquistato il rap italiano: ripercorriamo la sua vita e la sua carriera in questo articolo
Di Red Bull Team
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Da italiano emigrato a Londra ai dischi di platino e le date a San Siro: ma come ha fatto Salmo a diventare uno dei migliori punchliner della storia del rap italiano? Scopriamolo insieme in questo racconto della sua vita e carriera.

1. Gli Inizi

Salmo, nome d’arte di Maurizio Pisciottu, nasce il 29 giugno 1984 a Olbia, città che lui stesso ha definito «una delle città più punk e metallare d’Italia». Da parte di suo padre, ex-body builder e gestore di una palestra, sono tutti contadini. Mentre da parte della madre, tutti pescatori. Da adolescente, è tutto fuorché popolare fra gli estranei, come racconta a Rolling Stone: «Quando avevo 16 anni ero uno zimbello, perché portavo i pantaloni larghi ed ero uno dei 4 o 5 in città in fissa con le rime. Avevamo una piccola crew: c’era chi cantava, un dj, chi era in fotta con la breakdance – che poi tanto non ballava mai nessuno -, mentre io facevo i graffiti».
Quella del rapper metallico è la caratteristica che farà la sua fortuna da grande, ma contrariamente a quanto si pensa le sue prime demo non sono punk o Metal. «Le prime tre demo che ho fatto erano di rap classico. Però sono sempre stato uno contaminato, e il primo concerto che ho visto nella mia vita sono stati gli Slayer a Milano». Queste demo risalgono alla seconda metà anni Novanta, quando insieme ai compaesani Bigfoot e Scascio forma il trio Premeditazione e Dolo. Con il 2004 arriva il primo demo da solista, ma per quasi tutti gli anni Zero Salmo presterà il microfono in vari gruppi, dal rap metal degli Skasico all’hardcore dei To Ed Gein. Nel 2006, a 22 anni, Salmo si trasferisce per un breve periodo a Londra, arrangiandosi con mestieri umili ma, quando gli propongono «di fare l’uomo cartello» gira i tacchi e torna in Sardegna.

2. Milano, i primi album e la Machete

Il 2011 è un anno spartiacque per Salmo, che da questo momento ingrana la marcia giusta. Coincide infatti con il suo primo album, The Island Chainsaw Massacre, pubblicato per una piccola etichetta indipendente ligure, la Kick Off! Recordz. È anche il disco che comincia a far circolare il suo nome, essendo un blend di rap anni 90, drum and bass e distorsioni che si distacca molto dal resto del rap italico. Nello stesso anno Maurizio si trasferisce a Milano, scelta che come racconta a Impatto Sonoro è stata casuale e non casuale. «Non credo ci sia però grande differenza però con situazioni tipo Roma. Io poi non sono uno che vive la città, sto sempre chiuso in casa suonare. Sarebbe stato uguale anche a Bari, a Roma… ma non possiamo negare della centralità di Milano, soprattutto negli ultimi anni per il rap, visti i fenomeni artistici che sono nati a Milano».
Qui, Salmo ha modo di conoscere illustri colleghi e consolidare i rapporti con le vecchie conoscenze del rap. Uno su tutti Gué Pequeno, che decide di ospitare il suo secondo album, Death USB, sulla sua Tanta Roba Label nel 2012. Il suo successo improvviso è amplificato dal fatto che ci è voluta una sola settimana per scriverlo e registrarlo. Parallelamente, sempre nel 2012, Salmo fonda Machete Empire Records insieme ad altri tre suoi conterranei, Enigma, DJ Slait ed Hell Raton. Arrivano così i primi Machete Mixtape e le prime produzioni, dal primo EP di Enigma al primo album di Nitro.

3. Midnite, l’addio a Tanta Roba e il periodo buio

Il 2013 inizia con l’uscita del Machete Mixtape II, un’idea che comincia a piacere non soltanto a chi lo fa, ma soprattutto a chi lo ascolta. Machete ormai è un nome garanzia di barre affilate, rime quasi urlate, beat super incazzati. Al crescere della fama di questa crew, comincia a maturare anche l’idea di farne il fulcro di tutto, anche dei dischi di Salmo. Midnite del 2013 è infatti l’ultimo che Salmo affida a Tanta Roba.
A partire dal 2014, anno tra l’altro in cui esce il terzo mixtape, Salmo diventa di fatto un’entità a parte, che si autoproduce e autopubblica. Eppure, questo grande cambiamento, unico a una crisi esistenziale che prima o poi capita a tutti, crea i presupposti per uno dei periodi più neri della sua vita.

4. Il ritorno e Hellvisback

La luce ritorna, e con essa anche la voglia di fare musica. Tant’è che questa pausa discografica viene interrotta a dicembre 2015 con l’uscita di 1984, singolo che anticipa il quarto album, Hellvisback a febbraio 2016. Un disco che si rifà alle grandi icone del pop, ma un in particolare, come racconta a Rockit: «Elvis è un’icona immortale. Anche Johnny Cash mi piace molto, però in America ci sono i ragazzini che sono ancora fan di Elvis. Ho voluto fondermi con lui perché è figo quando mischi una cosa molto retrò con una attuale, come ad esempio la mia maschera. È un po’ come quello che diceva Banksy, ovvero che che le persone non si interessano alle cose storiche a meno che non gli applichi un particolare attuale. Lui ad esempio è andato in giro per Londra a mettere delle ganasce ai carri armati. “Hellvisback” è anche questo». È il primo disco di platino della sua carriera.

5. Playlist e il Salmo attore

Il 2017 inizia con una bella novità, cioè l’esordio da attore nel documentario "Nuraghe S’Arena". Diretto da Mauro Aragoni, un amico di Salmo, e trasmesso su Paramount Channel, il documentario narra le gesta di un lottatore dell’Ogliastra, una specie di gladiatore. Le gesta da attore continueranno poi nei suoi video, come "Mr. Thunder" (clip che sarà la causa scatenante di un malinteso fra Salmo, Sfera Ebbasta e il sottoscritto, al quale è stato poi dedicato il loro pezzo “Cabriolet”, uno delle perle del disco di ritorno). Playlist esce nel 2018, ed è universalmente riconosciuto come il punto più alto della sua carriera. «Per me è una Playlist, appunto, quindi ognuno ci può trovare dentro quello che vuole. E ogni pezzo fa storia a sé» racconta sempre nell’intervista dell’ottimo Dario Falcini. «C’è una grande varietà di temi e suoni, novità e classiconi. È un album un po’ pinuccio», dove per pinuccio s’intende un po’ alternativo e fighetto, praticamente hipster. Chiude il cerchio il quarto Machete Mixtape, uscito a luglio 2019, ma soprattutto l’annuncio più significativo della sua vita: il concerto a San Siro del 14 giugno 2020. Proprio quello che preferisce a Sanremo. E come dargli torto.

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Red Bull Open Sea Republic

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