Max Verstappen e Lewis Hamilton, spesso ai ferri corti nel 2021
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F1

Terruzzi racconta: Verstappen VS Hamilton, a chi non conviene?

Una rivalità con titolo in palio. Simile ad altre, con qualche particolarità
Di Giorgio Terruzzi
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Lo scontro tra Senna e Prost datato 1990, Suzuka, non c’entra nulla con la o le collisioni tra Hamilton e Verstappen avvenute a Silverstone e a Monza. Allora si trattò di un gesto deliberato di Ayrton per vendicarsi di quanto accaduto un anno prima sulla stessa pista. Con tanto di ammissione di responsabilità, clamorosa a sua volta. La similitudine piuttosto ha a che fare con antagonismi connessi ad un cambio generazionale. Senna emerso e opposto a Prost, con lunga e feroce convivenza nella stessa squadra. È capitato, capita e capiterà spesso.
Qui, però, siamo di fronte ad alcuni elementi specifici che vi invito a considerare. Il primo: Hamilton aveva in programma di continuare la sua serie perfetta senza intralci. Con l’idea di raggiungere quota 8 titoli mondiali prima dell’avvento delle nuove regole tecniche, cosa che rischia di modificare l’intero panorama, minando la lunga e netta supremazia Mercedes. Il fatto di trovarsi davanti un pilota aggressivo, giovane e attrezzato nel 2021, lo pone in una condizione nuova che richiede reazioni specifiche.
La posizione di Max è sostanzialmente diversa. Per un primo, semplice, fondamentale motivo: è lui il favorito netto di questa sfida, vista la qualità della sua Red Bull e del motore Honda sulla maggioranza delle piste dove si decide la sfida. Lo sa benissimo Lewis che infatti applica un atteggiamento diverso, quello dello sfidante che cerca in ogni modo di innervosire, indispettire, provocare l’avversario. Ci sta. Si tratta persino di un comportamento dovuto poiché Hamilton ha tutto l’interesse a portare avanti l’antagonismo sino in fondo al campionato, sfruttando la propria esperienza in condizioni di inferiorità, cercando di minare il sistema nervoso di Verstappen costringendolo all’errore.
È su questo fronte che Max sbaglia, al netto delle dinamiche degli incidenti. Perché, appunto, ha sempre e solo da perdere nel corpo a corpo visto che, appunto, è nella condizione di ottenere punti decisivi sfruttando il potenziale a disposizione. A Verstappen converrebbe lasciar fare, evitando di risolvere la questione nel giro di pochi secondi, quando Lewis provoca, come a Silverstone, o resiste, come a Monza. Non si tratta più di dimostrare la propria forza perché Verstappen quest’anno è più forte di chiunque altro. Per doti proprie e per strumenti disponibili, ha l’occasione di accumulare punti curva dopo curva, correndo. Non certo uscendo di pista causa collisioni. Dunque, occorrerebbe una correzione di rotta. Niente più foga e fretta. Questi ingredienti erano indispensabili in un altro tempo, quando si trattava, per lui, di scalare la vetta del Mondiale. Si trova in cima, adesso, e ha l’occasione di restarci. A patto che non esca di pista insieme al suo avversario, come il suo avversario desidera.
Mettiamola così: Hamilton non dispone di molte alternative. E ha compreso che a Max i nervi saltano quando viene provocato. Tocca a Verstappen praticare una diversa disposizione, evitare lo scontro diretto, conquistare metri decimi e punti in pista. Può farlo, finalmente, e questa consapevolezza dovrebbe dargli una serenità, una padronanza preziosissime. Al netto dei torti o delle ragioni che possiamo trovare, che può trovare egli stesso, dentro ogni colluttazione. Di questo, delle grandi rivalità in F1, parleremo Pino, Stefano ed io nel prossimo podcast. Un saluto.