F1

Video: Ricciardo sulle strade della Targa Florio

La stella della F1 torna nella sua Sicilia, al volante di un'Alfa storica che fu di Helmut Marko
Di Werner Jessner
4 minuti di letturaPubblicato il
Daniel Ricciardo al volante dell'Alfa T33 Sicilia

L'Alfa T33 ha il record sul giro alla Targa Florio

© Jim Krantz

Mentre l’aereo inizia la sua discesa verso l’aeroporto di Palermo, Daniel Ricciardo pensa a cosa dovrà affrontare il giorno successivo: “Mi aspetto di imparare come gestire un’auto da corsa che fa i 300 kmh su e giù per strade pubbliche aperte al traffico, evitando di investire un asino”.
I fanatici del motorsport forse avranno già colto il riferimento. Per tutti gli altri, il pilota della Red Bull Racing sta alludendo a "Speed Merchants", documentario che racconta la stagione 1972 dei campionati di sportscar. E in particolare, alla scena in cui si vedono degli asini evitati dai partecipanti alla Targa Florio, la leggendaria gara di endurance disputata sulle strade della Sicilia dal 1906 al 1977.
La Targa Florio iniziò come un’innocua gara a tre tra un cavallo, una bicicletta e la prima auto, o meglio triciclo a motore, sbarcata in Sicilia. All’inizio degli anni ‘70, si era ormai da tempo trasformata in una gara su strada estremamente pericolosa e difficile da gestire. Sebbene sia cambiata più volte nel corso degli anni, l’obiettivo rimaneva sempre più o meno lo stesso: fare 11 giri di circa 70 km su un circuito di strade pubbliche che attraversavano villaggi e cittadine, con le auto chiamate quindi a sfrecciare accanto ai muri di case e palazzi, attraverso gallerie scavate sotto i monti di questa parte di Sicilia, o lungo gli strapiombi delle strade che salivano su quegli stessi monti.

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Daniel Ricciardo sulle strade della Targa Florio

Daniel Ricciardo guida l'Alfa T33 che fu di Helmut Marko sulle strade siciliane

Tra i nomi che hanno fatto la storia di questa competizione c’è anche quello di Helmut Marko, oggi consulente per il motorsport in casa Red Bull, in pratica l'uomo che ha voluto Daniel in Red Bull Racing: suo infatti il record sul giro della Targa Florio, 33’41’’, a una velocità media di 128.253 kmh.
Oggi, Daniel Ricciardo è proprio al volante dell’auto usata da Marko nel 1972, l’Alfa Romeo T33. Le misure di sicurezza lasciano decisamente a desiderare, come avveniva a quei tempi. Ricciardo nell’abitacolo è circondato a destra e sinistra da due serbatoi da 60 litri. Il volante è così piccolo e piatto che sembra quello di un autoscontro. Il cambio invece è quello di un auto normale, con leva che si muove su uno schema ad H. “Prima di oggi avevo usato qualcosa di simile solo in Formula Ford” dice Ricciardo “e non è che mi trovassi molto bene”.
A quei tempi, dopo una gara su un’auto di questo tipo tutto il corpo era ammaccato e malconcio.
Ma visto che in questo caso non deve lottare contro il cronometro, Ricciardo può godersela: “E’ tutto lavoro manuale, è dura ma divertente”. Ai tempi di Marko, era compito delle mogli dei piloti fasciare le mani dei mariti con bendaggi di garza, per limitare i danni causati dalle vibrazioni di auto che correvano anche a 300kmh su strade spesso tenute male. “Dopo una gara su un’auto di questo tipo tutto il corpo era ammaccato e malconcio” racconta Marko. “Guidare queste macchine era estremamente duro dal punto di vista fisico”.
L’Alfa T33 pesa meno di 700 kg, con una potenza di oltre 400 cavalli, e un telaio che all’epoca era all’avanguardia: “Fa esattamente ciò che ti aspetti da lei, è una vera macchina da corsa”.
Daniel Ricciardo al volante dell'Alfa T33 Targa Florio Sicilia

Daniel al volante dell'Alfa T33

© Jim Krantz

Oggi non sarebbe però saggio fare un giro completo e tirato della vecchia Targa Florio su quest’auto. Le strade sono in condizioni pericolose e metterebbero in difficoltà una macchina moderna presa a noleggio, figuriamoci una macchina da corsa di 42 anni fa, con ruote piccole da 13 pollici sul davanti, e progettata per stare il più possibile bassa e vicina all’asfalto. Ma Ricciardo può comunque provare l’ebbrezza di correre su alcuni dei tratti migliori di quel vecchio circuito, con ottime superfici stradali e curve meravigliose. L’Alfa vola, anche se Daniel si fida poco di una strada resa in molti punti scivolosa dalla sabbia arrivata fin qui dal Sahara. “Prima o poi dovrò davvero chiedere a mio padre perché i nonni lasciarono la Sicilia per l’Australia”. Si ferma un attimo a pensare. “Forse poi ora capisco meglio cosa intende Helmut quando parla dell’automobilismo di una volta, anche se in fondo non potrò mai comprenderlo appieno. E anche se in questa occasione non ho trovato nessun asino sulla strada”. Altra pausa. “Una cosa però ora la so per certo. Dopo questa esperienza, voglio una macchina da corsa storica, come questa”
Per la storia completa del ritorno di Ricciardo in Sicilia, e tutte le foto del suo giro al volante dell'Alfa T33, vai sul sito del Red Bulletin
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