Manici alla Poggio Vallefredda del 2012
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Motorbike Road Racing

Velocità in Salita: intervista a Stefano Manici

Nel week-end parte il campionato italiano. Parola all'emiliano vincitore di 14 campionati italiani
Di Giovanni Cortinovis
6 minuti di letturaPubblicato il
Giacomo Agostini di titoli italiani ne ha vinti 18, Stefano Manici “solo” 14. Ma il pilota emiliano ha una scusante: ogni stagione disputa un solo campionato mentre Ago gareggiava in due cilindrate. Manici è il pilota più vincente nella storia della Velocità in Salita tricolore. Per chi non conoscesse la disciplina parliamo di gare stradali, in cui si gareggia contro il cronometro. A poche ore dall’inizio del campionato 2015, al via questo week-end con la Carpasio-Prati Piani, abbiamo intervistato Stefano per farci raccontare la sua carriera.
A 43 anni Stefano Manici punta al 15° titolo

A 43 anni Stefano Manici punta al 15° titolo

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Quanti campionati hai corso?
Ne ho già fatti 23, ho cominciato nel 1992 e anche se ho 43 anni mi sento giovanissimo. Finora mi sono sempre difeso e ho ancora tanta voglia. Tra l’altro in passato c’è gente che ha corso ad ottimi livelli fino a 50 anni.
Facile avere la voglia. Hai vinto gli ultimi 6 campionati Naked…
A me piace correre per il gusto di correre e mettermi alla prova. Certo, mi piace anche vincere. Ma in passato ho disputato alcune stagioni senza vincere e anzi mi è stato anche tolto qualche titolo a tavolino. Eppure ho continuato a correre, anche se ero, diciamo così, nervoso.
Manici in azione alla Carpasio-Prati Piani

Manici in azione alla Carpasio-Prati Piani

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Torniamo agli inizi. Esordio?
Era il 1992, con una Rc30, una moto fantastica: mi spiace non averla tenuta. Andai a correre in provincia di Sanremo, nella zona dove si corre domenica, anche se la gara è differente. Mi sono presentato in punta di piedi senza sapere cosa aspettarmi, categoria 750 Sport Production: in prova ho staccato il secondo tempo e in gara ho chiuso quarto, ma eravamo 5 o 6 racchiusi in un secondo. Ho capito che avrei potuto fare bene.
E così ti sei iscritto al campionato italiano?
Già, quella era una gara locale, all’epoca ce n’erano 12 o 13, soprattutto in Piemonte e Liguria: ne disputavo alcune per tenermi allenato. La mia prima in campionato fu a Bra, sotto una pioggia torrenziale e ho vinto ancora. Quell’anno ho vinto il campionato in volata all’ultima gara: ad Ivrea, ci siamo presentati in 3 in lizza per il titolo. Sulla Serra ho vinto manche e titolo.
Spettacolari gli scenari delle gare in Salita

Spettacolari gli scenari delle gare in Salita

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Come è cambiata la Salita da allora?
Se penso alla Serra ho un po’ di nostalgia: era un’autostrada in Salita, dove si raggiungevano belle velocità. All’epoca le salite erano decisamente meno lente e anche più lunghe, sui 4-5 km. Però il campionato italiano era composto da sole 3 gare.
E il contorno?
L’atmosfera è invece rimasta invariata, un po’ come nei rally. Il pubblico è sempre numeroso e anche i partecipanti tengono. Domenica saremo 120-130 e di questi tempi mantenere il numero degli iscritti degli anni precedenti non è mica facile
Velocità in Salita

In Salita si corre anche con la pioggia

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Rimpianti per non aver sfondato in pista?
Un po’ sì perchè nel 1993 ho corso in pista nella Sport Production che ai tempi contava su una novantina di partecipanti e per questo c’erano le selettive. Ho corso con gente che ha fatto i Mondiali, alcuni andavano più piano di me. Ma poi mi sono fatto male alla spalla e ho mollato la pista. Un po’ il cruccio ce l’ho: avrei dovuto provarci di più. Tra l’altro avevo anche fatto un test con una superbike Kawasaki: eravamo in tre e fui il più veloce ma per disputare l’italiano mi hanno chiesto 50 milioni di lire, una somma pazzesca.
Il tuo campionato più bello?
Difficile dirlo, ricordo con piacere il primo perché è stata una sorpresa e poi quello vinto nel 2001, nella Open, che ho dedicato a mio fratello, scomparso l’anno prima. Non posso definirlo un campionato felice, ma sicuramente sentito.
Nelle Naked Manici ha vinto gli ultimi 6 Italiani

Nelle Naked Manici ha vinto gli ultimi 6 Italiani

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Cosa è successo a tuo fratello?
Vedendomi correre si era appassionato anche lui e nel 1999 ha iniziato a gareggiare. Per l’anno 2000 ha preso un 600 ed era ancora alle prime armi. Una mattina presto, ad Imperia, durante il week-end di gara c’è stato l’incidente: non sappiamo ancora cosa sia accaduto, intendo la dinamica. Purtroppo sia lui (Alessio) che l’altro ragazzo (Alan Perona) sono morti.
Qual è stata la tua reazione?
Quell’anno avevo già vinto le 3 gare disputate e mi sarebbe bastato piazzarmi nelle successive per conquistare il titolo. A Sillano mi sono iscritto, ma il sabato notte non ho chiuso occhio mentre di solito prima delle gare dormo beatamente. La domenica mattina mi sono sentito strano, non ero più tranquillo e non mi sono presentato. Non ho corso più quell’anno.
Dal 2001 al 2004 Manici ha vinto 4 titoli 600 Open

Dal 2001 al 2004 Manici ha vinto 4 titoli 600 Open

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E poi?
Il disgusto per la moto è scemato con il passare del tempo. Ho aspettato aprile ed ho fatto la licenza, senza dirlo a nessuno, intendo dell’ambiente. Mia moglie a casa mi appoggiava. Ho corso a Sondrio e sono tornato alla vittoria. Fortunatamente la Salita è migliorata come sicurezza nel corso del tempo.
In che senso?
Da quando sono state introdotte le prove al sabato a pagamento siamo tutti più rilassati. Prima invece si tendeva a girare nel traffico il venerdì. Per questa ragione e anche per l’introduzione delle chicane per rallentare la velocità non credo che la Salita sia più pericolosa delle gare in pista. Inoltre in pista rischi di trovarti alla prima curva con una trentina di indemoniati attaccati. In Salita invece corri da solo.
Manici alla Poggio Vallefredda del 2012

Manici alla Poggio Vallefredda del 2012

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Qual è il tuo segreto?
Segreti? Non ne ho. Io cerco di andare forte, sempre usando la strada che ho, tenendomi però un po’ di margine. E poi d’inverno stacco completamente, così in primavera mi viene voglia di tornare in moto. Fino a una settimana fa non avevo ancora toccato la moto da corsa, intendo dallo scorso settembre. Poi ho fatto un po’ di allenamento a Chignolo Po.
Quanto ti costa una stagione?
Fortunatamente grazie agli sponsor non incide sul mio bilancio familiare. Ci sono quelli che mi danno le gomme, il casco e la tuta e quelli che mi aiutano economicamente. Sono sempre gli sponsor storici.
Manici a Isola del Liri (Frosinone) l'anno scorso

Manici a Isola del Liri (Frosinone) l'anno scorso

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Perchè non hai mai corso al TT?
Ero stato contattato dalla Mike Hailwood Foundation per andare a vedere l’Isola e il tracciato, ma fu l’anno dell’incidente di mio fratello. Dopo ciò che era accaduto non trovavo giusto per la mia famiglia andare a correrci anche se per me il Tourist Trophy è una gara fantastica. Però mi piacerebbe anche solo fare il Lap of Honour, giusto per calcare quelle strade mitiche.
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