I graffi sulle gambe di un dei corridori che ha partecipato alla Barkley Marathons
© Jeremy Liebman
Running

La gara di running pensata per distruggere il 99% dei partecipanti

Dalla sua prima edizione nel 1986, la Barkley Marathons è diventata tanto famosa quanto impossibile. Una runner che ha affrontato i brutali 160km di corsa nel Tennessee ci racconta la sua esperienza
Di Red Bull Team
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“È difficile trovare quel punto in cui l’impossibile diventa così vicino”, racconta Lazarus Lake, (il cui vero nome è Gary Cantrell), la mente dietro la psicologicamente devastante Barkley Marathons, che è stata descritta da chi l’ha provata come “Un’avventura di corsa satanica”.
La spietata ultramaratona è iniziata nel 1986, ma divenne nota dopo il documentario del 2014 "The Barkley Marathons: The Race That Eats Its Youngs", in cui vennero rivelati al pubblico i dettagli normalmente top-secret della corsa.
Anche la procedura d’iscrizione è blindata: è necessario mandare una mail a Laz in un preciso giorno allegando una lettera in cui si spiega perché dovrebbe scegliere proprio te, assieme ad una quota d’iscrizione di un dollaro e 60 cent. Se sarete tra i circa 40 “fortunati” ad essere scelti, riceverete una lettera di condoglianze a darvi il benvenuto alla gara. I novizi della Barkley devono portare con sé una targa automobilistica del loro paese d’origine alla registrazione al Frozen Head State Park nel Tennessee, dove gli verrà consegnata una mappa del percorso che rivelerà anche la posizione dei libri.
Nicky Spinks posa con il suo numero di gara prima della Barkley Marathons.

Nicky Spinks al punto di partenza prima dell'inizio della gara

© Nicky Spinks

Il percorso cambia leggermente di anno in anno – solamente 15 persone sono riuscite a terminare la gara entro il tempo limite, ed ogni volta che qualcuno ci riesce, Laz rende la corsa più dura. La gara può iniziare in qualsiasi momento tra la mezzanotte e mezzogiorno (Laz dà un’ora di preavviso soffiando in un corno). Gli smartwatch GPS e i telefoni sono banditi. Come dice Laz, è tutto fatto in modo affinché i partecipanti falliscano, ma un qualcosa in questo festival della sofferenza che cattura i runner, proprio come i rovi catturano i loro arti durante la corsa
Nel 2019 l’evento ha avuto luogo durante l’ultimo week-end di marzo, e la Gran Bretagna aveva un solo partecipante, che aveva buone possibilità di completare i cinque giri non segnalati da 32km l’uno entro le 60 ore prestabilite, riuscendo al contempo a trovare i libri nascosti sul percorso e strappandone una pagina per provare che avevano completato l’intero giro.
A questo punto entra in gioco Nicky Spinks, con già all’attivo due record da non credere – il Double Bob Graham Round e il Double Ramsay Round, due imprese di resistenza quasi sovrumane che i meri mortali faticano anche solo a comprendere. In particolare il Double Ramsay: 193km scalando 48 picchi e completando un totale di quasi 18.288m di ascesa (due volte l’altezza dell’Everest). È riuscita a completarlo in 55 ore, impresa che nessun essere umano prima di lei aveva mai stabilito.
Nicky Spinks si registra con Lazarus Lake per la Barkley Marathons.

Il semplice fatto di venire accettati per la famosa gara è già un onore

© Nicky Spinks

Se aveste dovuto scommettere su chi sarebbe stata la prima donna a completare la gara, avreste sicuramente messo i vostri soldi su Nicky Spinks.
Come ti sei informata su questa gara da sempre molto segreta?
Scoprire il percorso sarebbe stato bello, ma nessuno lo rivela, e non ci sono in giro informazioni. Ho studiato la mappa e ho cercato di pensare dove fossero le valli. Ho anche provato a capire quale tipo di equipaggiamento hanno usato gli altri partecipanti, ciò che ha funzionato e quali errori potevo provare ad evitare, come torce che si scaricano, bastoni che si spezzano o portarsi una quantità insufficiente di cibo. Laz è molto severo – una volta partiti non si può nemmeno tornare indietro per prendere una mappa.
Come ti sei allenata?
Non mi è permesso dire come ci si guadagna un posto, ma si deve iniziare l’allenamento prima di essere accettati, e continuare ad allenarsi. Io mi alleno in continuazione comunque, perciò non mi prendo delle pause, anche se a volte il mio massaggiatore sportivo dice che dovrei.
Una volta che sono stata accettata, ho aumentato gli allenamenti. Normalmente tendo a non correre più di 65 km alla settimana, e se vado in Galles ad allenarmi per il weekend arrivo a 95 km. A volte non posso uscire a correre per ore e ore a causa del mio lavoro in fattoria.
Cerco di mantenere distanze non lunghissime ma con molta elevazione, quindi in Galles faccio 3500m di ascesa in 25 km. Facendolo più volte di seguito l’impatto sulle gambe è molto alto, specialmente se si prosegue con una settimana di corsa intensa. Avevo fiducia nelle mie gambe – sapevo che se fossi riuscita a trovare un ritmo costante e sostenibile, sarei stata ok.
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A proposito di corse estenuanti, che ne dici di una salita con 78% di pendenza e 135 metri di dislivello? Guarda il video.

1 min

Red Bull 400 2019

I momenti più belli della gara di sabato 6 luglio

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Per completare la Barkley devi riuscire a completare il primo giro in meno di 10 ore, ma faceva così caldo che ho preferito non aumentare la velocità, dato che stavo già sudando abbastanza
Nicky Spinks
È possibile allenarsi alla privazione di sonno necessaria per la Barkley?
Lavorando in una fattoria, ci ero già abituata. Per gran parte del mese di febbraio passavo già molte notti sveglia a prendermi cura degli animali, a volte perdendomi intere notti di sonno. Di solito mi sforzo solamente di rimanere sveglia, senza pisolini o altro, ma restare sveglia e basta.
I partecipanti corrono per un bosco durante la Barkley Marathons.

Il duro lavoro in fattoria l'ha aiutata contro la carenza di sonno

© Nicky Spinks

Qual era la tua strategia per il primo giro?
Avevo intenzione di andare in coppia con un veterano, dato che loro conoscono già il percorso. È una cosa buona da fare – tutti sanno che più occhi ci sono meglio è, e ci si può aiutare a guardare il percorso e a trovare i libri. Ho visto Stephanie [Case] e sapevo che aveva partecipato l’anno prima, e c’era un tizio di nome Michael che l’aveva già fatta. Anche l’irlandese Billy Read era un “vergine”, perciò il suo piano era uguale al mio – attaccarsi a qualcuno che fosse il più gentile possibile.
Il percorso è famoso per le sue matasse di rovi. Quanto sono state difficili?
Ho degli amici che fanno Orienteering e mi avevano parlato delle Bramble Bashers (calzettoni alti e rinforzati con uno strato di gomma), quindi ne ho comprate due paia. Sono come degli stivali alti imbottiti e sono stati fenomenali, ma dato che faceva molto caldo ho optato per gli shorts, e le parte superiore delle mie gambe si è strappata.
I partecipanti usano bastoni per affrontare le pendenze più dure della Barkley Marathons.

La Spinks ha dovuto affrontare rovi e salite molto ripide.

© Nicky Spinks

Il primo giro è andato bene come ti aspettavi?
Per completare la Barkley devi riuscire a completare il primo giro in meno di 10 ore, ma faceva così caldo che ho preferito non aumentare la velocità, dato che stavo già sudando abbastanza. Speravamo di poter completare il secondo giro in circa lo stesso tempo, 11.5 ore.
Ho passato ore a cercare di capire come chiedere a Stephanie se le dispiaceva che facessi il secondo giro con lei. Ero stata completamente inutile, e forse avrebbe preferito continuare da sola, ma appena ho accennato la questione mi ha detto che le sarebbe piaciuto moltissimo fare il secondo giro con me.
E quindi, parlaci del secondo…
Ci eravamo portate dei vestiti in più, dato che si prevedeva un acquazzone, ma non appena abbiamo iniziato a salire, ha iniziato a piovere forte. Al primo libro, abbiamo indossato degli indumenti in più, dato che si sentiva dell’aria fredda, dopodiché ci siamo addentrate nella famosa Nebbia di Barkley. E dopo un po’, invece che correre in discesa, stavamo rotolando.
La pioggia aveva reso il terreno letale. Anche indossando i miei stivaletti inov-8 Mudclaws, non appena il terreno diventava più ripido la poltiglia formata dalle foglie si muoveva in blocco facendomi scivolare, e dovevo fermarmi aggrappandomi agli alberi. Abbiamo trovato un paio di libri e abbiamo iniziato a parlare di quanto tempo ci restava a disposizione. La mia temperatura corporea si stava abbassando – ci scaldavamo scalando le salite, prendevamo freddo sulle cime ma erano le discese a farci venire più freddo, dato che non potevamo correre.
A che punto hai capito che era finita?
Stavamo per raggiungere un libro, e abbiamo visto qualcuno correre verso di noi dal verso sbagliato. Quando ci ha raggiunte era molto felice di vedere altre persone, e ci ha chiesto indicazioni per raggiungere il campo base. Era ancora al primo giro e si era perso da circa cinque ore. Questo ti mette sempre quell’idea in testa “si sta arrendendo, non è male come idea”, ma anche mentre ero congelata continuavo a pensare “non mi arrenderò”. Stephanie mi disse “non ci arrendiamo, vero?”. Io le ho risposto: “No, no, posso gestire il freddo”.
Ogni volta che ci fermavamo però, cominciavamo entrambe a tremare. Dopodiché la pioggia si è trasformata in grandine – la temperatura è scesa da 20°C a -5°C. Stavamo per rimetterci in marcia quando Stephanie si è fermata, e sapevo che stava per dire. È stato un sollievo, dato che temevo di essere diventata un peso morto. Ero così vicina al limite, tremante, che il mio cervello aveva smesso di funzionare, perciò è stata dura. A quel punto avevamo già perso così tanto tempo che non saremmo mai riuscite a completare il giro, così quando abbiamo deciso di tornare indietro è stato decisamente un sollievo. La mente corre subito a doccia e cibo caldi.
Eravamo tutti delusi, dato che l’unico motivo per cui abbiamo dovuto mollare è stato che non ci eravamo portati equipaggiamento invernale. Tutto ciò di cui avevamo bisogno erano solo tre strati in più di abbigliamento, berretti e quant’altro, ed è sempre seccante sapere che è tutto al campo base. Ma a volte va così.
Come paragoni questa sofferenza con quella che hai sperimentato nei i tuoi Double Rounds?
È stato simile al Double Ramsay, ma su scala opposta – il Ramsay è stato caldissimo e la Barkley è stata freddissima. La gente dice che le colline della Barkley sono ripide, ma non lo erano quanto alcune scalate in Scozia e nel Galles. Si attesta comunque ai livelli di sofferenza fisica estrema del Ramsey.
Un partecipante corre per un lungo passo alberato durante il giro finale della Barkley Marathons.

John Kelly scende il Rat Jaw durante il suo quinto e ultimo giro nel 2017

© Jeremy Liebman

Riesci a spiegarti perché i runner sono ossessionati dalla Barkley Marathon?
Mentre ritornavamo al campo base, Stephanie mi ha chiesto se ci avrei riprovato, e le ho detto di no. Lei si è messa a ridere e mi ha detto che me lo avrebbe richiesto il giorno dopo. Naturalmente, il giorno dopo cominci a pensare a cosa avresti dovuto fare, e poi pensi “Perché non fare un altro tentativo? Non è stato così male, se solo avessi avuto gli indumenti adatti…”. In ogni caso, la gente ritorna e c’è sempre qualcosa di nuovo che si deve affrontare. E io stessa tendo riprovare più volte le cose, comunque.
Che consiglio daresti a un “fortunato” che viene scelto per partecipare?
Bisogna sapere come orientarsi ed essere a proprio agio nell’andare fuori dai sentieri e dalle strade segnate. Allenatevi su tante colline: ad ogni giro, il dislivello da affrontare è enorme, ed è un continuo salire e scendere. Dal punto di vista mentale, cerco di prepararmi pensando a tutte le cose che possono andare storte e come potrei fare ad affrontarle. Ho letto molto e ascoltato molti podcast che parlavano della Barkley, il che mi ha aiutato a capire a cosa andavo incontro. Ma non è mai stata così dura da arrivare al punto di dovermi convincere ad andare avanti – il problema principale è stato cercare di capire come riscaldarmi abbastanza da continuare.